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2 settembre 1980: scompaiono Italo Toni e Graziella De Palo

la sparizione dei due giornalisti legata alla strage di Bologna?

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Beirut, Libano,  2 settembre 1980. Nella mattina i giornalisti italiani Italo Toni e Graziella De Palo lasciano l'hotel “Triumph” per salire a bordo di un fuoristrada messo a disposizione dal Fronte Democratico Popolare per la Liberazione della Palestina (FDLP) che deve condurli verso il castello di Beaufort, accanto alla prima linea dello scontro in atto tra i  guerriglieri palestinesi del movimento e l'esercito israeliano. Da quel momento non si avranno più notizie della coppia,completamente inghiottiti nel nulla. 2 settembre 2014: a 34 anni di distanza dalla loro sparizione non solo non si conosce la fine dei due giornalisti ma ben poco è trapelato sui motivi che hanno spinto qualcuno a toglierli di mezzo e ad altri farli dimenticare completamente, mentre, timidamente, dopo trenta anni che sono stati apposti dal governo italiano è stata avanzata allo stesso (scaduti i termini massimi consentiti per legge) la richiesta di rimuovere gli “Omissis” sul caso, nella speranza di poter gettare una luce sulla fine dei due corrispondenti. Italo Toni e Graziella De Palo, legati sentimentalmente e professionalmente, si trovavano in Libano per un reportage sui campi di addestramento dei miliziani palestinesi nel luogo ed erano stati introdotti grazie al rappresentante dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) in Italia Nemer Hammad, che li aveva aiutati ad organizzare il viaggio. Italo Toni, classe 1930, era esperto di questioni mediorientali avendo già nel 1968 realizzato un servizio per il giornale francese Paris Match sull'addestramento dei “fedayn” palestinesi ed era inviato redattore per la catena giornalistica “Diari”mentre Graziella de Palo, 24 anni, si era già fatta conoscere per i suoi articoli a carattere investigativo sui traffici d'armi in Africa e Medio Oriente e collaborava con i giornali ABC, Quotidiano Donna,Astrolabio e Paese Sera. I due non erano tranquilli, consci dei rischi che stavano affrontando,  tanto più che Toni aveva lasciato detto all'Ambasciata italiana il giorno prima: “se fra tre giorni non ci vedete venite a cercarci”. Ma della coppia di giornalisti nessuna traccia, nessuna notizia, come se non fossero mai esistiti, cosa aveva innescato una così abile sparizione e il silenzio, perpetrato da subito, nei loro confronti? Le risposte, o almeno molte di esse, poteva darle l'allora Colonnello Stefano Giovannone, ufficiale dei Servizi Segreti Militari Italiani e uomo di punta nell'area mediorientale, nonché personaggio strettamente legato ad Aldo Moro, il presidente della Dc e allora ministro degli Esteri artefice dell'operazione che porta il suo nome: il cosidetto “lodo Moro”, che consentiva il passaggio di uomini, armi  e quanto loro necessario sia da parte palestinese che israeliana in cambio dell'immunità da attacchi di qualsiasi genere sul suolo del nostro paese. Ma Giovannone è morto nel 1985, poco dopo il suo superiore, il generale Santovito, stroncato da un male incurabile, o così è stato appurato, proprio quando si trovava al centro di alcune inchieste giudiziarie che avevano minato il suo avanzamento di grado e lo inquisivano per alcune vicende poco chiare, tra cui la scomparsa di Toni e De Palo. La storia dei due giornalisti presto si lega a doppio filo con le attività palestinesi in Italia, dove il traffico di armi, su cui Graziella De Palo stava producendo un servizio, era garantito appunto dal “lodo Moro”, fino ad arrivare alla cosidetta “pista palestinese” per la strage di Bologna avvenuta il 2 agosto 1980, esattamente un mese prima della scomparsa della De Palo e di Toni, dove è stato ipotizzato che alla stazione bolognese non sia scoppiata una bomba di matrice neofascista bensì esplosivi destinati alle organizzazioni palestinesi, ipotesi quest'ultima che trova riscontri anche a livello balistico nell'esplosione. Forse De Palo e Toni erano su una pista investigativa che non dovevano seguire, o forse la loro sparizione è stata una ritorsione da parte di un'altra organizzazione palestinese concorrente all' FDLP come il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), come ipotizzato ai tempi dal pubblico ministero Amati, o forse avevano visto qualcosa di inconfessabile, come l'incontro tra un conclamato terrorista e un politico italiano, come raccontato da alcuni testimoni poi però non ascoltati dagli inquirenti. Negli anni si sono susseguiti processi, appelli da parte delle famiglie e programmi televisivi, come nel 2005 con lo speciale della trasmissione “Chi l'ha visto?”,  petizioni dell'Ordine dei Giornalisti delle Marche, che sono riuscite a sollevare il segreto di stato su alcuni documenti, come pure un libro: “Omicidio di stato”, scritto nel 2012 dal cugino di Graziella De Palo, Nicola, per continuare a tenere viva un'attenzione e un ricordo sul caso che da subito è stata insabbiata. Nonostante tutto la verità è ancora lontana dall'essere stabilita, se mai sarà possibile, ma dargli spazio nella memoria collettiva è un ringraziamento a Italo Toni e Graziella De Palo per l'esempio che ci hanno lasciato. 

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