Carlentini. Nel nido di una coppia di coniugi va in scena il dramma della depressione post-lutto familiare. Ad essere afflitta dal “male oscuro” la moglie, una signora sessantenne, Sebastiana Ippolito, che la notte del 25 agosto ha massacrato tra le coltri il consorte, Alfio Vinci, con oltre trenta coltellate (sarebbero quasi quaranta, secondo il sito livesicilia.it). Ora la donna è ricoverata nel vicino ospedale di Lentini (Carlentini è a solo 8 km dalla città leontina): non è chiaro se abbia tentato il suicidio subito dopo aver dato la morte al marito in modo così efferato; quel che è sicuro è che anch’ella è rimasta ferita, come riporta livesicilia.it, nostra fonte anche per gli altri dettagli relativi alla ricostruzione del fatto.
Il colpo mortale per Alfio Vinci sarebbe stato il terzo, inferto allo stomaco: poi la donna avrebbe, in pratica, continuato a crivellare un cadavere. Sulla base di quanto accertato dai carabinieri di Augusta, si sa che ella e il marito dormivano da qualche tempo in camere separate, e che la serenità di lei era stata irrimediabilmente compromessa dalla tragica fine della figlia, avvenuta nel 2008 a causa di un tumore. Una banale lite potrebbe essere stata all’origine del folle gesto della Ippolito.
Per le statistiche che piacciono ai criminologi il delitto (tecnicamente viricidio) di Carlentini non è neppure il più sanguinario tra i delitti “di lama” degli ultimi anni: lo superano quello di Busto Arsizio, in giugno, e quello di Aversa, dicembre 2013. In entrambi i casi i carnefici hanno inflitto alle loro vittime un’ottantina di coltellate a testa (siamo quasi vicini alla quota-Novi Ligure, novantasette coltellate, distribuite però tra più corpi). Nel dicembre del 2012 lo stesso numero di colpi affondati dalla signora Ippolito dovette essere moltiplicato per due, in quel di Vasto (due coniugi furono uccisi con sessanta coltellate equamente divise). Quanto perpetrato nella calda notte di Carlentini si può piuttosto appaiare ad una storia di Maddaloni (provincia di Caserta) del febbraio del 2013: protagonista un rapinatore, Manlio Spagnuolo, che proprio con 30 colpi di lama uccise la padrona dell’abitazione dove si era introdotto, una pensionata di sessantadue anni.