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Texas: governatore Perry accusato di abuso di potere

Pressioni sul procuratore democratico della contea di Travis

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Rick Perry è il successore di George Walker Bush alla guida del Texas (lo governa ormai ininterrottamente da quattordici anni); il repubblicano di ferro con forti radici democratiche, tanto che si appassionò alla politica, nel 1961, dopo aver assistito ai funerali di Sam Rayburn, indimenticato speaker democratico della Camera dei Rappresentanti; il conservatore intransigente che si oppone all’aborto, avversa l’omosessualità e, da cattolico metodista qual è, propugna l’insegnamento del creazionismo delle scuole. Su quest’uomo piove adesso l’accusa di abuso di potere per aver abolito un fondo anticorruzione (circa 7,5 mln di dollari) come ritorsione ai danni di Rosemary Lehmberg, procuratrice democratica della contea di Travis - che ha come capoluogo la città che è anche capitale dello Stato, Austin – nonché affidataria di quel fondo, rea di non essersi dimessa dal suo incarico pubblico nonostante le insistenti richieste di Perry in tal senso. Alla base di tali richieste c’è un precedente penale della funzionaria: nel 2013 ella venne trattenuta dalla polizia per qualche ora, dopo essere stata colta al volante della sua auto in stato di ubriachezza.
Non passò molto tempo dal fattaccio che il governatore, col suo senso della moralità incapace di fare sconti, si mise a chiedere la testa della procuratrice, macchiatasi di una simile vergogna. E, proclamando che i cittadini avevano ormai perso ogni fiducia in lei, arrivò a minacciare che, se non si fosse fatta da parte, le avrebbe bloccato i finanziamenti per la lotta alla corruzione. La Lehmberg non cedette alla minaccia, e così Perry si trovò costretto a passare dalle parole ai fatti. Ora, dopo l’incriminazione da parte del Gran Giurì, il Partito Democratico chiede che sia lui a dimettersi.     

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