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L'ONU dichiara guerra alla disinformazione per dichiarare guerra a noi

ONU: "Disinformazione pericolo mortale, stiamo mettendo in piedi un esercito digitale per combatterla", ma è il solito meccanismo hegeliano

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L'ONU starebbe triplicando il suo ruolo di attore globale (come se già non fosse abbastanza) nella "lotta contro la disinformazione online", amplificando la narrazione di una presunta grave minaccia che questo presunto nuovo fenomeno porta all'umanità.

Le forze di pace delle Nazioni Unite andrebbero così ad aggiungere un altro compito ai doveri che gli Stati membri finanziano quando approvano le loro missioni intese ad aiutare le persone e i paesi devastati dalla guerra e da altri disastri: ora starebbero anche costruendo “un esercito digitale".

In base a quanto si legge su un articolo sul sito web delle Nazioni Unite, la "disinformazione" è vista dall'organizzazione mondiale in termini estremamente allarmistici, addirittura come "mortale", e che pone un rischio "esistenziale" a elementi fondamentali delle società moderne come le istituzioni democratiche e i diritti umani fondamentali.

Per questo motivo diventa sempre più importante imparare a leggere tra le righe di annunci come questo; loro – in questo caso le Nazioni Unite, ma potrebbe essere qualsiasi altra organizzazione, governativa e non - creano il nemico, e sono sempre loro a venire in nostro soccorso. È il classico meccanismo hegeliano “tesi, antitesi, sintesi”, o più modernamente “problema, reazione, soluzione”. È uno sforzo costante, col quale vogliono benevolmente salvarci da noi stessi e dagli errori esiziali che faremmo se una voce dall’alto non ci dicesse cosa dire-fare-pensare, oppure da sparuti rivoltosi che attentano continuamente al nostro amatissimo occidente liberale, o magari da pazzi estremisti con velleità sovversive (come quelle di… ehm… esprimere un’idea un tantino diversa e in controtendenza alla narrativa ufficiale che tu ed io ingenuamente pensavamo si chiamasse esercitare la libertà di pensiero e di critica ma invece no, a quanto pare è un pericolo mortale). Il bello è che ci hanno dichiarato guerra più volte e ultimamente ce lo hanno detto in faccia: loro odiano l’uomo, odiano noi, odiano i lavoratori onesti, che dio li perdoni se anche bianchi, imprenditori, cristiani ed eterosessuali (una combo letale). Non solo, essi conoscono l’arte della persuasione e della manipolazione psico-emotiva, perciò si baloccano a metterci l’uno contro l’altro: bianchi contro neri, statali parassiti contro autonomi evasori, no-vax paranoici contro gente per bene, negazionisti del clima contro “il 99% degli scienziati”, eterosessuali (“cisgender”, ugh…) omofobi contro arcobaleni a cui chiedere se in quel particolare momento si stiano identificando come gatti.

E se al lettore ora prudono le mani poiché vorrebbe darmi dell’omofobo dopo quest'ultima sortita, io rispondo: lettore, lei sta confermando quanto da me appena espresso, tuttavia le dico che si sbaglia: io so bene la differenza tra disforia di genere (patologia che da psicologo e operatore della salute riconosco) presente in una piccola percentuale di persone, e movimento ideologico radicalizzato e pericoloso in quanto portatore di una visione distorta di cosa sia il sesso e di cosa sia l’identità e che – dati alla mano – crea danni irreversibili a persone fragili psichicamente, a cui qualcuno ha detto che la felicità e la “soluzione” ai loro problemi si trovino a qualche confezione di bloccanti della pubertà e un paio di mutilazioni di distanza.

Lettore, hai capito come ci fottono? Ci aizzano gli uni contro gli altri, con gli occhi in tralice mentre le loro mani fanno passare leggi che amputano il nostro essere individui, uomini, esseri sacri e pieni di valore, ogni giorno di più… e noi, rane impazzite a litigare nell’acqua, colpevolmente distratti non ci accorgiamo che la temperatura d'ebollizione è ormai prossima.

Ecco perché è dovete cominciare (dico “cominciare” per i più lenti) a chiedervi perché siano così interessati alla nostra salute, alla nostra capacità di discernimento, al nostro orientamento sessuale, alle nostre supposte libertà individuali o alla quantità di anidride carbonica che emettiamo. A domandarci cioè il vero motivo, quello che sta sotto agli slogan buonisti, pieni di ipocrisia e virtue signaling, coi quali questi signori addobbano il loro vile piano egemonico.

Dopo quello che è successo in questi ultimi tre anni – che dico, in questi ultimi decenni - sarebbe d’uopo che le persone cominciassero a farsi venire il dubbio se dietro tutti queste misure liberticide ci sia davvero l’intenzione di proteggere noi, il nostro stile di vita, l’ambiente, la nostra economia, le nostre presunte libertà e i nostri diritti, o se a ogni allarme, a ogni emergenza, a ogni spauracchio corrisponda uno spin, un angolo, una storia, una narrativa congeniale solo a loro e afferente a una storia più grande, che parte dall’alto, meticolosamente preparata e data in pasto ai megafoni dell’informazione, ripetuta fino alla nausea per forgiare un mostro psichico il cui scopo sia quello di generare ansia senza oggetto, che per placarsi deve necessariamente trovare un colpevole, un oggetto d’amore, e poi una soluzione. E per quale ragione proprio lì, a braccia aperte e con visi d’angelo plasticamente contratti in un sorriso inespressivo, ci siano sempre loro, gli ingegneri culturali, uomini kafkiani a capo delle organizzazioni più potenti del mondo, che sanno come funziona la psicologia delle masse e la usano su scala planetaria ghignando invisibilmente alle masse inconsapevoli. Le soluzioni a un problema sono sempre loro a proporle, gli stessi che in prima istanza hanno inventato il nemico, reificandolo, consci del potere persuasivo della ripetizione, subito pronti a far passare per risolutivo ciò che invece è l’ennesima castrazione di una qualsiasi delle prerogative che ci rendono umani.

La narrativa – con annesso sottotesto del bipensiero esposto – in termini strutturali, è sempre la stessa, ve ne sarete accorti ormai dopo quasi quattro anni di “accelerazionismo” e “totalitarsimo per gradi” portato avanti a colpi di nuove emergenze. Se non ve ne siete accorti (grave), allora questa è una buona occasione per farlo: come?, imparando a leggere oltre l’intenzione comunicativa superficiale di un comunicato (per esempio questo dell’ONU), e poi desumendone il sottotesto, cioè il vero intento del comunicante. Rileggiamo la notizia ed estrapoliamone il vero significato: l’ONU annuncia: “la disinformazione [termine ombrello col quale il leninismo e il marxismo culturale avanzano indisturbati e che abbraccia TUTTO ciò che non rientra nel piano strutturato di società neo-comunista che questi sovvertitori dell’ordine costituito hanno in serbo e stanno attuando a velocità supersonica] è un pericolo per la democrazia [“per noi tecnocrati e organizzazioni sovra e para-governative scevre da scrutinio politico nazionale”] ed è mortale [potrebbe cioè rivelarsi un’arma letale per il nostro progetto, che consiste nella quarta rivoluzione industriale, un paradigma societario collettivista nel quale l’uomo medio è giustamente privato del potere di esercitare il diritto di critica e di protesta nei confronti delle istituzioni] dunque va eradicata con qualsiasi mezzo, per salvare la nostra libertà [“per spingere sempre di più un reset del vecchio paradigma liberal-democratico e instaurare un unico governo mondiale nel quale proprietà privata, libero pensiero, scelta di valori tradizionali come la famiglia, scelte di tipo alimentare o sanitario, diversità intra e interculturali, capacità di autodeterminazione eccetera, saranno rimpiazzate da un uso pervasivo della tecnologia che ci permetterà di avere controllo assoluto e di creare società intere basate su rilevazioni e dati biometrici]. Ecco perché stiamo mettendo in piedi un esercito digitale [“stiamo avanzando nell’agenda di controllo attraverso la censura di ciò che va contro i nostri interessi, ‘la disinformazione’ per l’appunto”]. 

Fate questo sforzo per ogni velina, comunicato, notizia o dichiarazione. Provate a esercitare la vostra vista interiore. Non vi fermate alla superficie del messaggio. abbiate memoria storica e memoria in generale. Una volta capito come ragionano e quali trucchi usano, l'acuità intellettiva con la quale leggete il mondo intorno a voi migliorerà sensibilmente. A quel punto sarete immuni (o quasi) alla loro propaganda.

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