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Costa Concordia: rotte di destinazione e rischi ambientali

continua il dibattito sulla nave e il suo futuro

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Non si sono ancora spenti gli echi dell'aspra discussione, scaturita dalle dichiarazioni del capo dipartimento della Protezione Civile Franco Gabrielli riguardo all'inquinamento del tratto di mare che la Concordia dovrebbe percorrere per raggiungere il porto di Genova e dalle risposte del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e dell'agenzia Arpat in merito, che dalla Maremma viene posto un nuovo interrogativo: quali i rischi ambientali per il golfo di Follonica, in caso di destinazione della nave nel porto di Piombino? Un esponente dell'ass.ne ambientale “La Duna “ cerca di porre attenzione in primis sul rischio inquinamento, già esistente in mare aperto per il passaggio della Concordia e quindi di fatto anche per la rotta all'interno del golfo di fronte all'Isola d'Elba, senza contare l'alto rischio che l'industria turistica del posto venga penalizzata in modo irrimediabile da un possibile danneggiamento dell'ecosistema marino delle coste e del golfo stesso, a causa dei lavori di adeguamento del porto di Piombino e poi per lo smantellamento della nave al suo interno. Dubbi e perplessità che vanno ad aggiungersi a quelli scaturiti dopo il confronto tra Gabrielli e Rossi, dove il primo sottolinea come la rotta per il porto di Genova, che la Costa dovrebbe seguire, sia già inquinata dall'attraversamento delle petroliere e che il passaggio del relitto potrebbe “ripulire un pezzo di mare non particolarmente pulito”, mentre il secondo replica che la scelta su Piombino dimezzerebbe di gran lunga i tempi e i rischi di navigazione, salvaguardando l'arcipelago toscano e il santuario dei cetacei presente sulla rotta per Genova, risposta che ha trovato d'accordo anche l'Arpat, la quale ha dichiarato di non aver mai riscontrato nel mare interessato rilevamenti di idrocarburi, in quanto gli stessi sotto valori rilevabili. Gabrielli ha poi risposto parlando di “polemiche strumentali”, in quanto ha riferito che il suo intervento non è stato ascoltato per intero e che egli ha soltato riportato considerazioni emerse dall'agenzia Emsa (European Maritime Safety Agency) riguardo in particolare al mare tra la Corsica e l'isola di Capraia. Una situazione pesante e in pieno svolgimento, dove si incuneano anche i dubbi sollevati dagli ambientalisti maremmani riguardo l'impatto “Concordia”, ma anche dei successivi lavori di smantellamento da eseguire nel porto di Piombino, sul golfo di Follonica e sul suo ecosistema marino che, in virtù di un indirizzo turistico appieno da tempo agognato per tutta la costa, sarebbe di primaria importanza salvaguardare.

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