La donna è stata presa in consegna dalla polizia francese, presente l'ufficiale di collegamento italiano e funzionari della Dia.
IL CONTO CORRENTE - Chiara Rizzo, nel settembre 2013, temeva di essere sotto indagine dopo avere saputo che un suo conto corrente era stato bloccato per una indagine. Saputo poi che si trattava di una indagine interna della banca per accertare se fosse lei la beneficiaria del conto di una società , nel corso di una telefonata intercettata, esclama: "Ah, va bene, questo che cazzo me ne fotte, voglio dire! Io pensavo che avevano aperto una indagine di cazzo! Ma che c'entra, pensavo una indagine ... ma se io non ho fatto mai niente nella mia vita, che c'entro io?". E' quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria nei confronti della stessa Rizzo, di Claudio Scajola, accusato di inosservanza della pena per avere favorito la latitanza di Matacena, e di altre sei persone. Parlando con un avvocato Chiara Rizzo dice: "sono molto preoccupata perché mi ha chiamato un signore da Reggio Calabria dicendo che hanno bloccato dei conti, io non so che cosa c'entro, e dice che l'hanno bloccati perché .. forse perché sono beneficiaria ... non lo so ... mi sembra strano su di me perché intanto io non ho ricevuto mai niente ma in più che cosa possono avere da una indagine su di me? Io che c'entro? Quindi voglio sapere! Come si fa in questo caso a sapere, se non ... ci può essere una indagine e che sanno gli altri e non so io? Boh, mi sembra strano". "Può darsi - risponde l'avvocato - che non ti mandino l'avviso di apertura di indagine, non ... bisognerebbe sentire un avvocato penalista"