Partecipa a Notizie Nazionali

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

A tu per tu con Francesca Crippa

Una chiacchierata con la Docente, Communication Manager, Copywriter e autrice di "La vita resta negli occhi"

Condividi su:

Francesca Crippa è una donna amante delle luci e delle ombre dell’esistenza, in costante ricerca, che si lascia commuovere dalla meraviglia, dal senso nascosto nel più piccolo dettaglio. Ha rivolto la propria carriera lavorativa al mondo della Comunicazione e dell’insegnamento, a cui dedicherà peraltro la prossima uscita editoriale, e tra le molteplici attività che porta avanti ha dato vita, nel 2017, al blog “Io ti scrivo alle 18”, dedicato a storie brevi, componimenti poetici, reportage e interviste. Nell’autunno 2022 è approdata in libreria con La vita resta negli occhi, pubblicato con Chance Edizioni per la collana ScritturaSpontanea.

Francesca, partiamo dall’idea del tuo blog. Come è nato?

Il mio blog è nato dal desiderio di parlare al cuore delle persone attraverso un appuntamento quotidiano con la lettura. Per diversi anni ho pubblicato ogni giorno alle ore 18 un breve testo ispirato a una mia fotografia; spesso sentivo e sento le persone dichiarare “Non riesco mai a leggere, non trovo il tempo”. Così è nata l’esperienza del blog “Io ti scrivo alle 18”, con l’idea di brevi parentesi narrative ed emozionali dentro il ritmo intenso delle nostre giornate, esperienze di lettura rapide nella fruizione, ma durature nel loro significato più profondo.

Dopo alcuni anni, hai pensato che fosse arrivato il momento di scrivere un libro, per l’esattezza una raccolta di 82 racconti brevi. Qual è l’ingrediente principe che li amalgama?

Fil rouge di tutta la raccolta è lo sguardo sulle emozioni: le storie narrate hanno un intenso portato simbolico e permettono una forte immedesimazione in quanto autentiche, varie e sincere. 

C’è un racconto a cui sei particolarmente affezionata?

L’ultimo racconto. La mia storia. Un pezzo fondamentale del puzzle che compone la mia vita.

Veniamo al tuo ruolo di Docente… Quanto ti regala l’insegnamento e il rapporto con i tuoi allievi?

I miei allievi sono i miei migliori maestri. Ho la fortuna di entrare in classe e guardare decine di occhi di ragazzi tra i 14 e i 19 anni: vite preziose, passi destinati al futuro. Per entrare in sintonia con loro il mio metodo è uno solo: prestare ascolto, dedicare tempo e attenzione a ogni aspetto del loro mondo. E conoscendo i miei ragazzi, sto conoscendo sempre di più me stessa.

Con gli occhi dell’adulta, in chiusura, che cosa consiglieresti alla Generazione Zeta?

Come genitore e come docente dico sempre ai ragazzi di imparare a esprimere le proprie emozioni e opinioni, ascoltando, dialogando, cercando il confronto e l’arricchimento personale, anche nelle situazioni all’apparenza inutili o negative. 

Io credo che tutte le generazioni debbano continuare a credere nei sogni, trasmettendoli al mondo.

Più trascorro del tempo con loro, più sento che i ragazzi sono maestri preziosi. 

Condividi su:

Seguici su Facebook