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Rita Atria e la memoria attiva per chiedere verità

21 marzo, Giornata Nazionale della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie

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Ventuno marzo, primo giorno di primavera. La primavera della natura che torna a fiorire, a valorizzare tutte le sue bellezze e ricchezze, a vivere e riscaldare cuori, menti, vite e anime, ad essere animata più che mai. Le tante primavere dell’umanità ad ogni latitudine. In questo giorno popoli come quello kurdo festeggiano il Newroz, la primavera di popoli che vivono senza una terra propria, senza libertà, vittime della guerra. La primavera dei lenzuoli e dell’indignazione civile che, trentuno anni fa, scosse la Sicilia e l’Italia intera dopo le stragi in cui furono assassinati Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti delle loro scorte Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Ci fu un’altra vittima della strage di Via D’Amelio: Rita Atria, la picciridda di Paolo Borsellino, colei che denunciò giovanissima la sua stessa famiglia di origine e trovò nel giudice ammazzato un punto di riferimento imprescindibile. 

Con la legge numero 20 dell’8 marzo 2017 è stata istituita il 21 marzo la “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” in cui sensibilizzare “sul valore storico, istituzionale e  sociale  della lotta alle mafie e sulla memoria delle vittime delle mafie” per “conservare, rinnovare e costruire una memoria storica condivisa in difesa  delle  istituzioni  democratiche”. In ricordo di quanto accaduto in passato e riflettere e costruire “nell'opinione pubblica e nelle  giovani generazioni” la memoria di chi è stato assassinato e un impegno concreto e comune civile e sociale.  Una memoria ed un impegno, sottolineato nel testo della legge, soprattutto rivolto alle nuove generazioni e alle scuole. E che vede nel 21 marzo una giornata simbolo ma non può e non deve fermarsi solo ad un giorno ma attraversare ed animare tutto l’anno. Come costantemente in ogni angolo d’Italia cercano di portare avanti associazioni e cittadini. Una memoria viva ed attiva come quella che anima dal 1994 l’Associazione intitolata a Rita Atria. 

L’anno scorso la vicepresidente dell’associazione Nadia Furnari e le giornaliste Graziella Proto e Giovanna Cucé hanno pubblicato il libro “Io Sono Rita. Rita Atria, la settima vittima di Via D’Amelio”, edito da Marotta e Cafiero, che è possibile acquistare qui https://amzn.to/3JUsU1L. La pubblicazione pone attenzione alla gestione della sicurezza di Rita Atria nei giorni e nei mesi precedenti e alcune incongruenze in indagini sulla morte che hanno lasciato molti interrogativi insoluti. Che hanno portato alla presentazione di un esposto da parte dell’avvocato Goffredo D’Antona a nome della sorella e dell’associazione, attiva anche nella nostra regione, per chiedere la riapertura delle indagini. «Oggi non riusciamo più a dirlo che si è suicidata, ci viene difficile dirlo» dichiarò Furnari in occasione della presentazione a Palermo del libro nel giugno scorso. 

 

 

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