La notizia è giunta negli scorsi minuti: come atteso subito dopo le 17 è stata data lettura nel Tribunale di Pescara della sentenza per la valanga che travolse l’hotel Rigopiano. Era il gennaio 2017, l’Abruzzo intero era stato colpito da una fortissima bufera di neve. E una valanga travolse l’albergo uccidendo 29 persone.
Pesantissime le richieste della pubblica accusa, rappresentata in aula dal procuratore Giuseppe Bellelli: 150 anni in totale per l’ipotesi di reati che andavano dal disastro e omicidio plurimo colposo al depistaggio e all’abuso edilizio. L’inchiesta della Procura era stata chiusa nel novembre 2018. Tra rinvii per motivi tecnici e le sospensioni dovute alle restrizioni contro la pandemia oggi è arrivata la sentenza di primo grado per il processo che ha coinvolto tra gli altri l’ex prefetto di Pescara Provolo, il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, il gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso e l’ex presidente della provincia Antonio Di Marco.
La sentenza smentisce quasi totalmente l’impianto accusatorio della Procura di Pescara e ha assolto gli imputati per quasi tutti i reati contestati. Solo una lieve condanna, per la mancata pulitura della strada, per l’ex sindaco a 2 anni e 8 mesi.
I parenti delle vittime questa mattina sono entrati in aula con alcune magliette con le foto dei loro congiunti uccisi dalla valanga. Alla lettura della sentenza lacrime di rabbia, indignazione e dolore e l’urlo «vergogna» è stata la loro reazione.