Un punto fermo su una vicenda che da ormai tanti anni anima le aule di tribunale. Nell’attesa della famiglia di poter avere piena giustizia. Pamela Mastropietro fu assassinata, e il suo corpo fatto a pezzi e poi messo in dei trolley, da Innocent Oseghale. Questo è stato già ampiamente accertato nei vari gradi di giudizio. La Corte di Cassazione aveva già definitivamente confermato la condanna per omicidio. Decidendo però di rinviare alla Corte d’Appello di Perugia per “questioni procedurali” sul solo reato di violenza sessuale.
La Corte d’Appello di Perugia ha emesso la sentenza confermando l’ergastolo e che Oseghale ha violentato la ragazza. «Sentenza, giusta,ergastolo senza sconti di pena» è stato il primo commento di Alessandra Verni, la madre di Pamela, che ha aggiunto «ma fuori ci sono altri mostri».
La conferma della condanna all’ergastolo è una condanna per omicidio e anche, dopo questa sentenza, per violenza sessuale. «Pamela fu violentata» sottolinea nel titolo del lancio d’agenzia l’AGI. «Ritengo che ci sia la prova che l'omicidio sia avvenuto nel compimento del reato della violenza sessuale» ha dichiarato nelle sua requisitoria il sostituto procuratore generale di Perugia Paolo Berlucchi chiedendo la condanna all’ergastolo per Oseghale. Una requisitoria in cui sono state ricostruite quelle ore e l’abuso ripetuto e continuato contro Pamela Mastropietro. Citando le precedenti sentenze Berlucchi ha ribadito, contrariamente ad alcune ricostruzioni apparse sulla stampa negli anni, che in nessuna aula di tribunale è stato affermato che Pamela si fosse prostituita. E che è completamente sbagliato ed ingiusto affermare o scrivere il contrario. C’è stato un abuso ripetuto con Oseghale che arrivò anche a chiuderla in casa quando esce e abusò di lei. «In quella casa c'è stata violenza e in quel contesto c'è stato l'omicidio» la conclusione della requisitoria.