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“Nessuno deve avere paura della libertà” che “rende liberi”

Giorno del Ricordo, le riflessioni di Mattarella e Meloni

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“Giorno del Ricordo”, la commemorazione degli italiani uccisi dai soldati jugoslavi di Tito e gettati nelle cavità carsiche note come foibe. Istituito con la legge n. 92 del 30 marzo 2004 per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Il 10 febbraio è stato scelto perché nel 1947, in tale data, “furono firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell'Italia”.

La legge istitutiva ha proclamato il “Giorno del Ricordo” solennità civile nella quale “sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado”, favorita “da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende”. Con l’obiettivo di “valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero”.

“Per troppo tempo le sofferenze patite dagli italiani giuliano-dalmati hanno costituito una pagina strappata nel libro della nostra storia” ha dichiarato Sergio Mattarella, neoletto Presidente della Repubblica. E il ricordo negato, l’oblio che per tanti decenni ha colpito la memoria delle vittime delle foibe è stato sottolineato anche nella ricorrenza di quest’anno. “Nessuno deve avere paura della verità” che “rende liberi” ha dichiarato oggi il Presidente della Repubblica. “Le dittature - tutte le dittature - falsano la storia, manipolando la memoria, nel tentativo di imporre la verità di Stato. La nostra Repubblica trova nella verità e nella libertà i suoi fondamenti e non ha avuto timore di scavare anche nella storia italiana per riconoscere omissioni, errori o colpe” la riflessione del Capo dello Stato in occasione della cerimonia di questa mattina al Quirinale per il “Giorno del Ricordo”. 

"La memoria delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata è stata per troppi anni vittima di una vera e propria congiura del silenzio – si legge nella nota inviata dal premier Giorgia Meloni in occasione della giornata odierna - in cui l’Italia "rende il tributo ai martiri delle foibe e agli italiani d'Istria, Fiume e Dalmazia, costretti a lasciare le loro case per il solo fatto di essere italiani”.  "La Repubblica ha ricucito questa pagina dolorosa della storia nazionale con la legge 92 del 30 marzo 2004" che istituisce la Giornata celebrata ogni anno il 10 febbraio conclude il Presidente del Consiglio dei Ministri

 

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