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Stefano Barigazzi ci racconta il suo nuovo singolo "Last Desire"

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Esce giovedì 16 giugno 2022 "Last desire", il nuovo singolo di Stefano Barigazzi, frutto della collaborazione con il produttore e musicista Roberto Cammarata. Un nuovo capitolo per il chitarrista classe 1996 che segna definitivamente l'inizio dell'estate, aprendoci a sonorità di respiro internazionale di un magnetismo che non lascia tregua.

La spinta sulla contaminazione e la ricerca di un sound intenso ed autentico rappresentano il leitmotiv di un brano frutto della passione di Stefano per la musica africana e fortemente ispirato dal suo trasferimento nella città di Palermo. La canzone è proprio proprio in Sicilia, e a fare da protagonista in “Last Desire” è il dualismo dei fenomeni umani, metaforicamente espresso nel testo mediante la descrizione del dello scirocco, il vento del deserto che tira da sud est. Da una parte quindi la confusione e l’offuscamento dei giorni dello scirocco e le condizioni psicofisiche estreme a cui sottopone, dall’altra la limpidezza del giorno dopo, quando l’aria torna così calma e chiara da riconsegnarci un po’ di lucidità e di tregua. Le chitarre fuzz proprio come lo scirocco non danno tregua al brano, tenute salde dal groove incalzante delle ritmiche e da una voce impolverata e combattiva.

Noi lo abbiamo incontrato, ed ecco cosa ci ha raccontato!

- Di cosa parla "Last Desire"? 

Last Desire parla della condizione di chi vive nel limbo di due forze contrastanti , che spingendo in direzioni diametralmente opposte si esauriscono in stati d'animo di sospensione

- Quali sono gli elementi essenziali che rendono inconfondibile un brano di Stefano Barigazzi? 

Gli elementi che rendono inconfondibile un mio brano, penso e spero, siano la chitarra e la voce :)

- Cos'ha a che fare lo scirocco con questo brano? 

Lo scirocco è stato il fenomeno che mi ha ispirato il brano ed ho cercato di descriverne le sensazioni. La confusione e l’offuscamento dei giorni dello scirocco e le condizioni psicofisiche estreme a cui sottopone, dall’altra la limpidezza del giorno dopo, quando l’aria torna così calma e chiara da riconsegnarci un po’ di lucidità e di tregua. Le chitarre fuzz proprio come lo scirocco non danno tregua al brano, tenute salde dal groove incalzante delle ritmiche e da una voce impolverata e combattiva.

- Cosa ti ha lasciato la tua esperienza statunitense? 

L’esperienza statunitense è stata magica. Sono stato a New Orleans per 2 mesi nel 2019, ed ancora ora nel 2022 continua a sedimentarsi. Alle volte mi trovo a pensare ancora molto profondamente e mi tornano in mente fatti accaduti ed emozioni provate. Riesco ancora a sentire l’odore di quella città e della casa in cui stavo. Se non ci fosse stata quella esperienza ora sarei decisamente diverso, anche sul piano personale. E’ stata un esperienza di vita in toto. Sto aspettando il momento giusto per ritornarci. Sul piano musicale mi ha completamente ribaltato l’approccio con cui ho sempre affrontato questa mia passione e soprattutto ha addolcito le pene che mi affliggevano quando ho dovuto far combaciare la  passione con la  professione. Lì ho avuto, dentro di me, ulteriore conferma di quello che era ed è il mio sogno e mi ha regalato una buona dose di determinazione.

- E ora cosa accadrà?

In futuro ci sono molte cose che bollono in pentola. Sto continuando insieme a Roberto il lavoro in studio di registrazione , e stiamo finalizzando altri singoli che usciranno e che verranno racchiusi in un Ep, oltre ai concerti live che non si fermano mai.

 

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