Partecipa a Notizie Nazionali

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Forse Danzica ci racconta il suo nuovo singolo "Naftalina"

Condividi su:

Esce giovedì 24 marzo 2022 Naftalina, il nuovo singolo del progetto Forse Danzica. Un nuovo capitolo in attesa di un  disco di debutto per il progetto electro-noir di Matteo Rizzi che vuole raccontare il tema dell'assenza, e come spesso le uniche reazioni possibili siano quelle di apatia, inazione e isolamento. 

Naftalina sono le mie memorie del sottosuolo, il frutto di un periodo di stagnazione fatto di pochi stimoli e tanta angoscia. Credo che la morte inizi nel momento in cui non si riesce a vedere nulla tra il presente e la fine di tutto, e che i progetti siano in questo senso delle dighe prospettiche, qualcosa da inserire nel flusso per ingannare la mente. L'assenza di stimoli e l'assenza di progetti, e quindi l'assenza di un futuro, sono l'inizio della morte. Portare a compimento qualcosa significa, per me, ricollocarsi all'interno di questo senso di morte. Il pezzo parla dello sgomento che si prova quando ci si rende conto che qualcosa che dovrebbe riempirci, come ad esempio una relazione amorosa, semplicemente ci metta di fronte all'evidenza che il senso di incompletezza fa parte di noi e non può essere colmato in nessun modo. A volte le sole reazioni possibili mi sembrano essere l'apatia, l'inazione e l'isolamento. In ogni caso, è il terzo capitolo di un percorso che porterà alla pubblicazione del primo EP di questo progetto, ed è quello in cui sono riuscito a catturare per intero i sentimenti che mi hanno accompagnato nei mesi in cui è stato scritto

Volevamo saperne qualcosa in più!

  1. Partiamo con una presentazione di stampo classico: chi sei, da dove vieni, come descriveresti il tuo progetto artistico a chi ti scopre per la prima volta?
    Sono Matteo, vengo da Bergamo e non so mai come descrivere il mio progetto artistico a chi mi scopre la prima volta. Però ultimamente ho scoperto che se dico “electro noir” la gente si incuriosisce e quindi lo dico.
     
  2. Parliamo un podel tuo background musicale: quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato e quali sono state le esperienze maggiormente rilevanti nel corso della tua formazione? E dove deriva questo sound così particolare?
    Ho imparato a suonare da bambino con American Idiot dei Green Day, ho iniziato a cantare con gli Oasis e i Blur, poi ho avuto un lungo periodo di fissazione con la new wave e il post punk, in particolare con gli Smiths, con tanto goth metal in parallelo. Però mi sono sempre piaciuti gli artisti che scrivono bene le melodie e quelli che si impegnano nella destrutturazione di qualcosa. Nomi random: James Blake, Ighlooghost, Qual, Arca, John Dowland, Schoenberg e Satie. Vi ringrazio per quello che credo fosse un complimento, e credo che il sound derivi da cose che ho imparato, volontariamente o meno, ascoltando più musica possibile in questi anni.
     
  3. Come dovrebbe essere secondo te un live perfetto? Ti è mai capitato di vederne uno?
    Sembrerà strano ma non amo andare ai concerti. In generale mi piace quando i cantanti non parlano e tirano dritto nella maniera più fredda possibile: vorrei un giorno avere quel tipo di carisma.
     
  4. Quali sono, secondo te, i pro e i contro della scena musicale in Italia? I pro sono una buona parte degli artisti, i contro alcune dinamiche non sempre genuine dell’industria. 
     
  5. Come è nata lispirazione per “Naftalina” e qual è la situazione ideale per ascoltare questo tuo nuovo pezzo?
    Stavo ascoltando Call Me By Your Name di Montero, il giorno prima avevo riletto le Memorie del Sottosuolo ed ero appena tornato a casa dopo il vaccino del covid quindi avevo pure un po’ di febbre. La situazione ideale probabilmente è banalmente nell’intimità.
     
  6. Cosa puoi raccontarci del tuo disco in uscita?
    Che esce, che è autoprodotto, che ha preso la sua forma iniziale in pochissime settimane e che ha preso la forma attuale attraverso un lunghissimo lavoro sui dettagli. Posso poi dire che i pezzi che rimangono sono romantici e spero in qualche modo sorprendenti. E che a ispirare tutto quanto è stato innanzitutto il crepuscolo della mia relazione con una persona che nel frattempo se ne era andata a vivere in Francia. 
Condividi su:

Seguici su Facebook