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I Saharawi denunciano Algeria presso Consiglio ONU dei diritti umani a Ginevra per crimini

RACMI e lo Spazio Marocchino Italiano per la Solidarietà (SMIS), ringraziano e sostengono le ONG e attivisti originari del Sahara Marocchino nella lotta per i diritti umani negati i campi "sahrawi" illegali in Algeria

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L'Algeria è stata ancora una volta denunciata davanti al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite per la sua piena responsabilità nelle molteplici violazioni e nelle massicce atrocità commesse nella totale impunità nei campi controllati dalle milizie armate del gruppo Polisario, in territorio algerino.
Infatti, nell'ambito della 49a sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, che si sta attualmente svolgendo a Ginevra, diversi attori della società civile sono intervenuti durante il dibattito generale sulla "Protezione e promozione dei diritti umani".
Nel suo intervento, Aicha Duihi, originaria della regione Laayoune Sakia El-Hamra e presidente dell'Osservatorio del Sahara per la Pace, la Democrazia ei Diritti Umani (OSPDH) ha denunciato l'arruolamento di bambini soldato nelle milizie del gruppo Polisario in Algeria.
Allo stesso modo, Nour Bouhanana, attivista associativo sahrawi, ha evidenziato le violazioni dei diritti umani denunciate chiedendo una mobilitazione internazionale per combattere l'arruolamento dei bambini sahrawi nelle milizie armate del Polisario.
Moulay Lahcen Naji, presidente della Commissione indipendente per i diritti umani (CIDH) ha denunciato gli abusi commessi in Algeria in particolare la sparizione forzata di diversi casi presentando nominativi e ha chiesto chiarimenti sulla sorte di Ahmed Khalil, alias Carlos, rapito ad Algeri.
L'intera responsabilità dell'Algeria nella persistenza della sofferenza delle popolazioni dei campi è nota al mondo. Queste popolazioni sono vittime di persecuzioni e maltrattamenti, isolate e quindi impedite di tornare volontariamente nel loro paese di origine, il Marocco.
Queste popolazioni, servono come fondo di commercio redditizioso per il regime algerino, che usa il loro calvario come carta per sollecitare aiuti internazionali sulla base del numero gonfiato di popolazioni dei campi mai identificate e mai registrate presso l'UNHCR, per continuare a dirottare gli aiuti al mercato nero, come confermato dal rapporto dell'Ufficio per la lotta antifrode dell'Unione europea (OLAF) e da altri pertinenti rapporti internazionali.
La Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI) e lo Spazio Marocchino Italiano per la Solidarietà (SMIS), ringraziano e sostengono le ONG e gli attivisti originari del Sahara Marocchino nella loro lotta per i diritti umani negati nei campi illegali in Algeria.
 

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