Dopo la pandemia saremmo diventati diversi, forse. Ma non si direbbe proprio, anzi, se vogliamo in questo particolare periodo sembra si stia alimentando sempre di più un certo odio sociale, soprattutto verso quelle persone che, per scelta, stanno decidendo di non sottoporsi alla vaccinazione anti Covid. Come ha ricordato lo stesso Codacons, in Italia la vaccinazione contro il coronavirus Sars-CoV-2 non è obbligatoria, quindi nessuno può essere discriminato. Eppure, anche sui social, schiere di persone procedono ad attaccare senza sosta chi non la pensa come loro. Questo editoriale nasce proprio dalla voglia di fare chiarezza sul quadro normativo pandemico, italiano ed europeo,e anche sulla bontà di alcune misure intraprese dal Governo.
Cominciando prima di tutto dall'argomento più dibattuto di tutti: il Green Pass. Proprio analizzando questo punto capiremo di più. Dal 15 ottobre la cosiddetta “certificazione verde Covid” serve anche per poter entrare sul posto di lavoro, così come serve già per potersi sedere all'interno di un bar o di un ristorante. Dall'Esecutivo fanno sapere che si tratta di una misura utile a creare ambienti sicuri, ma le cose stanno ben diversamente da quanto voglia far credere la stampa mainstream. Il Green Pass è una misura inutile da più punti di vista: in primis perchè consente al virus, anche se “depotenziato” dalla vaccinazione, di circolare. Come si sa, ed è stato anche ribadito dagli scienziati, i vaccini anti Covid non impediscono il contagio, e un vaccinato può anche contagiare un'altra persona, sia che essa sia vaccinata o meno. E questo, se proprio di evidenza scientifiche vogliamo parlare, è già un primo punto a sfavore del pass vaccinale. Il secondo punto è meramente legislativo. Come ricorda il Codacons, in Italia attualmente non esiste nessuna legge che obblighi le persone a vaccinarsi contro la Covid-19, va da sé che tutte le misure circa l'obbligo del pass vaccinale non servono altro se non a convincere le persone a vaccinarsi. In pratica la gente vive sotto ricatto, ma a tutti sembra vada bene così.
E tra l'altro vale la pena ricordare che la stessa Unione Europea si è espressa in proposito con un apposito Regolamento, precisamente il numero 953/2021. A pagina 7 del Regolamento la UE stabilisce che “è necessario evitare la descriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perchè non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti Covid è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perchè non hanno avuto ancora l'opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate.
Quindi il Regolamento della Unione Europea, come il lettore più attento avrà avuto modo di capire, indica di non discriminare le persone che, per svariati motivi personali o per ideologia hanno deciso di non vaccinarsi. Tra l'altro, dicono per errore, quando il Regolamento della UE è stato pubblicato e quindi poi tradotto in italiano, questa parte non compariva in quanto ci sarebbe stato un errore di traduzione. Adesso però il tutto è stato sanato. Forse la maggioranza degli italiani non era neanche a conoscenza di questo Regolamento.
Passiamo adesso ad un altro problema, meramente di carattere tecnico, ma anche basandoci su quel che accade in altre nazioni del mondo. Nessuno mette in dubbio l'utilità dei vaccini anti Covid di proteggere da forme gravi della malattia, come nessuno mette in dubbio il disastro provocato dal virus in questi mesi. Eppure anche sui sieri anti Covid vi è da discutere. Gli stessi scienziati hanno ormai affermato che l'efficacia dei vaccini cala dopo 5-6 mesi dalla seconda dose, per cui è necessario procedere al più presto con la terza, soprattutto nei confronti delle persone più fragili, ma le autorità italiane non escludono che la terza dose possa esserci per tutti. Ed è lecito chiedersi se dovremmo fare delle vaccinazioni a vita (con tutte le conseguenze mediche che una cosa del genere potrebbe comportare, si tratta sempre di un farmaco), visto che l'efficacia del siero finisce dopo alcuni mesi. Gli esempi sono lampanti e sotto gli occhi di tutti. In Italia cominciano ad aumentare i casi di Covid tra i sanitari, tra le prime categorie a ricevere il vaccino sin dal dicembre 2020. Nel Regno Unito le infezioni schizzano ad oltre 40.000 al giorno, con il premier Boris Johnson che ha riferito di stare pensando ad un “piano B” per l'inverno che potrebbe prevedere anche l'utilizzo di una sorta di certificazione Covid per partecipare alla vita sociale. Insomma, nonostante i vaccini questo virus sembra non andare via. A questo punto è inutile anche continuare con continue restrizioni alle libertà individuali, visto che il problema è stato parzialmente risolto. I vaccini ci sono ma la Covid-19 continua comunque a circolare anche nelle persone vaccinate.
Mi si dirà: ma si evitano le forme gravi della malattia e si evita di finire in terapia intensiva. E' vero infatti che il Covid-19 in alcuni casi può essere una malattia mortale, così come lo sono altre malattie come la stessa influenza stagionale. Certo, Covid non è lontanamente paragonabile ad una influenza, in quanto è stato dimostrato che colpisce anche altri organi. Ma si deve anche sapere che la Covid-19 è una malattia curabile nella stragrande maggioranza dei casi, e oggi sanno anche i medici come agire. Nelle prime fasi della pandemia il virus ci ha colto impreparati (non poteva andare diversamente visto i tagli che negli ultimi 30 anni sono stati fatti in materia di sanità) costringendoci per un po' a fare dei sacrifici, restandocene belli chiusi in casa.
E se durante il lockdown eravamo abituati a scene di solidarietà tra gli abitanti, a canti e balli sui balconi, a farci forza uno con l'altro pensando che prima o poi tutto sarebbe finito, adesso la pandemia sembra ci stia consegnando la società dell'odio. Quello che abbiamo detto fino ad ora deve servire a farci capire che nulle e inutili sono le etichette che sono state date alle persone, come “no vax” o no Green Pass”. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di persone che non vogliono cedere al ricatto del “o ti vaccini o non puoi lavorare, neanche da casa” oppure “o ti vaccini o non puoi partecipare alla vita sociale”. Ed è anche lecito che queste persone manifestino il proprio dissenso, come è anche giusto punire severamente le persone che si infiltrano alle manifestazioni e provocano disordini. Sui social poi si assiste ad una vera e propria “caccia al no vax”: se si esprime una opinione contraria al pensiero unico e dominante si viene tacciati subito di essere “no vax”. Sembra che il pericolo sia divenuto ragionare con la propria testa. Sembra che il pericolo della società ormai sia chi non si vaccina contro il Covid, mentre nessuno parla più di mafiosi, di ladri, di stupratori. Il Covid-19 pare sia mutato un'altra volta: da coronavirus è divenuto virus che provoca odio e divisione sociale. Un'altra pandemia, quest'ultima, da affrontare alla pari di quella provocata dal Covid.