La carriera di Pier Paolo Sposato nelle risorse umane è iniziata in parte casualmente ed in parte grazie ad un pizzico d’incoscienza. Dopo molti anni nelle funzioni Vendite e Marketing in un momento particolarmente difficile per l’azienda, un drettore generale con il quale aveva stabilito un ottimo rapporto, gli chiese di sostituire il drettore delpersonale dimissionario. Sposato accettò solo a fronte di quel particolare rapporto e i primi tempi furono difficilissimi, ma poi comprese quanto importante poteva essere il ruolo delle Risorse Umane nel contribuire al successo dell’azienda e si affezionò definitivamente a questo ruolo, mantenuto con professionalità e impegno per i successivi dieci anni.
Il dott. Sposato spiega che in un momento in cui è possibile ottenere informazioni su qualunque argomento con grande facilità , molti giovani non siano a conoscenza dei cambiamenti che avvenuti nel mondo del lavoro. È molto difficile, in un momento drammatico come l’attuale trovare un posto di lavoro, ma molte persone non sanno bene dove e come trovare le nuove opportunità professionali. Gli italiani non sanno come prevenire o difendersi dalle pratiche illecite dei datori di lavoro, come prepararsi in modo accurato ai colloqui di selezione e, infine, come prepararsi al cambiamento quando si ha la sfortuna di perdere il posto di lavoro.
Ma se è vero che in Italia si pecca di gerontocrazia perché chi perde i lavoro a 40/50 anni non riesce più a ricollocarsi? E su cosa deve puntare un quarantenne disoccupato (oltre all’esperienza) per meglio ricollocarsi?
Anche in questo caso Sposato nel suo libro chiarisce la questione. Gli addetti alla selezione del personale, ritengono che, se una persona viene estromessa da una azienda intorno ai 40-50 anni, vuol dire che non è riuscito a farsi valere e il datore di lavoro se ne è liberato, quando ne ha avuto l’opportunità . Spesso ciò è vero, ma, spesso, è sbagliato, poiché oggi molte persone, a causa della crisi, perdono il posto di lavoro in seguito a processi di riorganizzazione aziendale e non per loro incapacità . Un quarantenne, che perde il lavoro e ha difficoltà a reinserirsi in azienda con contratti di lavoro dipendente, potrebbe trovare buone possibilità come consulente, lavorando a progetto o con partita IVA.
Purtroppo il lavoratore italiano, rispetto ai colleghi europei se la passa male sia in termini retributivi che di considerazione; è troppo sindacalizzato, ha fama di fare troppe assenze e, generalmente parlando, ha una produttività inferiore. I punti di forza degli italiani sono: la flessibilità e la creatività specialmente nel confronto con i lavoratori anglosassoni.