Nonostante i lockdown abbiano messo in pratica, dal punto di vista del mercato, una selezione naturale benefica in seno al settore della moda, permangono ancora oggi dei reali corpi estranei al mondo imprenditoriale.
Chi sono? Sono quei “fashion designer”, le virgolette sono d'obbligo, che non si sono mai realmente confrontati col mercato, ossia quelle figure il cui fatturato era quasi zero prima della pandemia e pertanto non hanno subito alcuna perdita durante la crisi.
Come si riconoscono? Semplice! Non hanno reali progetti, vivono di ciò che capita ma cercano di darsi un tono asserendo che loro, vengono ospitati nei maggiori eventi, udite udite, gratuitamente!
Negli ultimi mesi, questo genere di imprenditori (?) stanno crescendo di numero: abbiamo quelli, come L.P., che sostengono di esporre le loro collezioni a White da ben quarant'anni! Peccato che White esista dal 2000.
Altri, invece, asseriscono che il loro brand è talmente conosciuto che nessun organizzatore li faccia pagare: hanno tutto gratis! Poi però basta fare un breve ricerca su Google e scopriamo che, forse, e dico forse, gli unici a conoscere il brand sono la mamma, il papà e la nonna; il vicino di casa manco sa della sua esistenza.
Vabbè, sono creativi, non sanno cosa sia una fattura, un business plain o una bolla di consegna.
Quindi, essendo solo creativi, per loro, sfilare a Milano o nelle brulle campagne sperdute, è più o meno la stessa cosa, salvo poi lamentarsi che hanno buttato soldi per nulla, per poi, puntualmente, ricadere nello stesso errore.
Sono creativi, pertanto, non conoscono la differenza tra un buyer, il macellaio e la casalinga; così come non sanno distinguere tra un giornalista, un chierichetto e un operaio.
Sono creativi ed alla mercè di tanti piccoli organizzatori che hanno lo scopo di raschiare un barile semivuoto: si sentono al settimo cielo quando costoro gli propongono in cambio di quattro soldi uno shooting in qualche località elegante o a latere di qualche evento importante ma un conto è far indossare i propri abiti ad un protagonista di quell'evento, un altro è prendere una “modella”, farle indossare il proprio abito e scattare delle foto che hanno la stessa valenza di uno shooting effettuato a Cesano Maderno o nella propria cucina.
Se questo è il futuro imprenditoriale italiano, ahinoi, assisteremo a nuovi fallimenti e chiusure. Purtroppo buona parte di questa nuova generazione di “imprenditori” non sanno cosa vuol dire fare questo mestiere: si gettano nell'oceano senza avere un rotta, un piano, un progetto reale ed alla fine quando scorgeranno l'iceberg sarà troppo tardi.