Si è spenta presso l'ospedale Santo Spirito di Roma, la pittrice Carla Accardi, all'età di 89 anni. L'artista era nata a Trapani, ma è a Roma, nel dopoguerra, che si fa notare dai maggiori critici. Negli anni Cinquanta, nel clima di cultura informale, propose serie libere di segni bianchi su fondi neri. Più tardi, si immerge nella militanza femminista, dal sodalizio con la giovane studiosa Carla Lonzi, alla conquista del colore luminescente, che la porterà alla sfida dei supporti con la scelta di materiali plastici come il sicofoil. Non a caso, nel 1964, una sua personale alla Biennale di Venezia, la impone all’attenzione internazionale. In quel periodo, la sua ricerca la porta alle 'Tende', vere e proprie strutture abitabili e percorribili. Vent'anni dopo, ricordiamo la sperimentazione delle tele grezze, da cui trapelano stesure cromatiche di varia intensità . L’ultimo omaggio romano, giusto dieci anni fa, glielo ha riservato il Macro di Roma, celebrando una parte significativa della sua carriera. Nel 2007, nel giorno dell’anteprima di Arte Fiera a Bologna un suo quadro, 'Rosa, nero, verde, arancio', dipinto a olio nel 1969 e valutato circa 400 mila euro, venne sfregiato con un temperino da una mano rimasta sconosciuta. Carla Accardi, dalla sua casa romana, rispose stupita al cronista che la informava: «non mi era mai successo, evidentemente è uno che non ama l’arte astratta». Due anni fa, invece, l'artista ha commentato una copertina che aveva realizzato per 'La Lettura' a Gianluigi Colin, dicendo: «io sono per una pittura che è veramente astratta, però con un contenuto attuale». Ciò significa che la sua arte non deriva da un’attenzione dedicata alla forma, ma è legata alla storia delle scritture, con la grande esperienza della tradizione, con le civiltà arcaiche e quelle remote.