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Matteo Renzi e i primi no alla nomina dei suoi ministri

Iniziato l’onore e l’onere di formare il nuovo governo per Matteo Renzi

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L’uomo sul quale sono puntati tutti gli occhi degli italiani è già salito  al colle e sta cercando di dare vita an nuovo esecutivo.  A 39 anni l'ex sindaco di Firenze diventa il più giovane primo ministro dell’Unione Europea 
Dopo le sue dimissioni da sindaco del capoluogo toscano che darà  questa sera , inizierà la consultazioni  previste per domani con i partiti politici,  per verificare la sua maggioranza in parlamento e tornare nuovamente al Quirinale per presentare la sua compagine di governo e sottoporre il suo programma al voto di fiducia del Parlamento.
Renzi ha enunciato  numerose riforme istituzionali ( il sistema  elettorale, l’abolizione del senato ) in marzo vuole risolvere la questione del lavoro , dato che  il tasso di disoccupazione  ha toccato il 13% , in aprile la burocrazie e la riforma dell’amministrazione pubblica, in maggio il sistema fiscale dal momento che i sindacati reclamano d'urgenza un adeguamento  dei salari
"Metterò tutta l’energia, l’entusiasmo e l’impegno di cui sono capace per combattere la disoccupazione e la rassegnazione” ha dichiarato Matteo Renzi che ha sottolineato di essersi fissato come obiettivo il termine naturale della legislatura nel 2018. Ragione per la quale adesso ha bisogno di qualche giorno per prendere il tempo di preparare a dovere il suo governo.  
Renzi,  ha già incontrato delle difficoltà nella composizione  del suo gruppo. Secondo le ultime notizie  ha dovuto rinunciare a, Lucrezia Reichlin economista, come ministro dell’economia perché ritenuta troppo poco “politica”  per affrontare la Commissione Europea e la BCE. Questo  ministero infatti è cruciale per il nostro paese che stenta ad uscire dalla recessione e che ha registrato un modesto + 0,1 % di crescita nell’ultimo trimestre del 2013.  "Il paese è impaziente e ha bisogno di risposte immediate soprattutto in economia”  ha prevenuto il ministro uscente dell’economia Fabrizio Saccomanni. Il rifiuto c’è stato anche per il nome dello scrittore Alessandro Baricco alla cultura e per Andrea Guerra patron di Luxottica,  allo Sviluppo Economico.  

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