Circa 925 ONG saharawi attive nei settori dei diritti umani e dello sviluppo nel Sahara Marocchino hanno inviato una missiva all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo Michel Bachelet sottolineando il "carattere normale" della situazione dei diritti umani nelle province del sud, salutando lo "spazio di libertà " disciplinato da un quadro istituzionale e giuridico evolutivo e credibile:
"In quanto organizzazioni saharawi attive liberamente sul nostro territorio e nel nostro paese, il Marocco, sottolineiamo il carattere normale della situazione dei diritti dell’uomo nel Sahara marocchino (...) lavoriamo in un contesto promettente e evolutivo e che abbiamo lo spazio di libertà disciplinato da un quadro giuridico e istituzionale evolutivo e credibile" in stretta e costruttiva interazione con il Consiglio Nazionale dei Diritti dell’Uomo (CNDH), in quanto istituzione nazionale in piena conformità con i Principi di Parigi dei diritti e che dispone di commissioni regionali operanti sul campo in Sahara Marocchino.
Le ONG denunciano il gruppo Polisario e Algeria che lo manipola per la propaganda offensiva contro il Marocco e le false accuse sulla situazione dei diritti umani nel Sahara marocchino. E denunciano che questi parti si astengono paradossalmente di fornire i dati più basilari sulla situazione dei diritti umani nei campi di Tindouf in Algeria.
Ricordato che nel luglio 2018 il Comitato per i diritti dell’uomo dell'Onu aveva espresso la propria preoccupazione per il disprezzo dell’Algeria dei suoi obblighi e responsabilità conformemente alle richieste della Carta universale dei diritti dell’uomo e del Diritto Internazionale Umanitario, ponendo i suoi poteri giudiziari nelle mani del gruppo Polisario; il Consiglio per i diritti dell’uomo (CDU) aveva espresso chiara preoccupazione per rifiuto alle vittime saharawi nei campi di Tindouf di accedere alla giustizia dinanzi ai tribunali dello Stato algerino; alle organizzazioni internazionali indipendenti è vietato l’accesso ai campi. Solo coloro che adottano posizioni a favore dell’Algeria e del Polisario sono autorizzati a recarsi ai campi.
Le ONG hanno definito "anomalo" il fatto di mantenere migliaia di persone isolate dal mondo esterno per più di 45 anni, deplorando che i sequestrati in questi campi siano lasciati alla mercé di un entità non governativa che esercita il controllo su queste persone in tutta impunità attraverso milizie armate che commettono tutte le forme di violazione dei diritti umani contro una popolazione vulnerabile e intrappolata in un "no man’s land".
La lettera ha fatto notare che le testimonianze dei sopravvissuti saharawi hanno riportato migliaia di vittime a seguito di esecuzioni sommarie ed extragiudiziali, arresti arbitrari e sparizioni forzate, torture e stupri, che hanno colpito uomini, donne e persino bambini dalle milizie dei separatisti.
In conclusione, queste ONG saharawi hanno ribadito il loro pieno sostegno alla "proposta di autonomia presentata dal Marocco quale soluzione in grado di porre fine a questo conflitto artificiale tra fratelli e garantire la nostra dignità e la nostra libertà ", chiedendo "all’Alto Commissario di trasmettere le loro osservazioni al Consiglio dei Diritti umani e al Segretario generale dell’ONU".