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Evasione da Rebibbia, i candidati del concorso 2019 rinnovano l'appello al Governo

L'evasione dal carcere di Rebibbia segna un altro episodio grave nelle carceri, serve il potenziamento degli organici.

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Altro episodio che si aggiunge alle tante criticità in cui versano gli istituti penitenziari italiani. Si tratta dell'evasione di due detenuti di origini nomadi avvenuta questa mattina nel carcere romano di Rebibbia.

I due, Lil Ahmetovic e Davad Zukanovic, avrebbero segato le sbarre della cella e si sarebbero calati con una corda, scavalcando il muro di cinta. Le ricerche da parte delle forze dell'ordine sono ancora in corso. 

L'episodio avvenuto questa mattina fa riflettere sulla notevole carenza di personale che si registra nelle carceri e sulle richieste di assunzioni urgenti avanzate dai sindacati. "Emerge l'urgenza di una riforma carceraria a partire dal potenziamento delle forze di Polizia Penitenziaria". E' quanto chiede il segretario della Uilpa Gennarino De Fazio sottolineando che il sistema penitenziario va rivisto sotto ogni punto di vista.

E l'appello al Governo arriva i candidati del concorso per l'arruolamento di 754 allievi agenti di Polizia Penitenziaria che, da circa un anno sono in balia del rallentamento della procedura concorsuale dovuto agli effetti delle misure di contenimento del Coronvaris. Stando alle loro richieste, infatti, il Governo dovrebbe provvedere allo scorrimento della graduatoria degli idonei per velocizzare i tempi per le assunzioni di nuovi agenti. 

Servono maggiori risorse nelle carceri e l'evasione avvenuta questa mattina rappresenta una conseguenza di un sistema penitenziario non del tutto funzionante.

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