"Agli attacchi personali, al dileggio strumentale, talora alla infamante gogna mediatica e alle minacce cui sono stati sottoposti", i giudici "hanno saputo rispondere" usando "le armi" della "imparzialità ". Lo si legge nella relazione del presidente della Corte d'Appello di Milano Giovanni Canzio, per l'inaugurazione dell'anno giudiziario.
Nella relazione che verrà letta a breve, Canzio ha voluto dedicare alcuni passaggi ai giudici milanesi che sono "stati oggetto di sommarie e ingiuste accuse di parzialità e di mancata serenità di giudizio, solo perché funzionalmente investiti della definizione di taluni procedimenti a forte sovraesposizione mediatica, per lo spiccato rilievo politico e sociale che li caratterizzava".
A questi giudici il presidente ha rivolto parole "di apprezzamento e di gratitudine per il profondo senso del dovere e di appartenenza all'istituzione dimostrato" e perché "alle immotivate censure, agli attacchi personali, al dileggio strumentale, talora la infamante gogna mediatica e alle minacce cui sono stati sottoposti (...) hanno saputo rispondere con sobrietà , umiltà e riservatezza, adoperando le armi della giurisdizione e continuando a giudicare con imparzialità al solo servizio della giustizia e dello Stato". L'anno scorso a Milano tra i vari processi che sono stati celebrati si ricordano quello sul caso Ruby e quello per la vicenda Mediaset.
''La Corte di Cassazione (...) nel respingere la richiesta di rimessione di quei procedimenti ad altro distretto, ha preso una storica decisione'' si legge nella relazione del presidente della Corte d'appello di Milano Canzio all'inaugurazione dell'anno giudiziario riferendosi alla richiesta di Berlusconi di trasferire i suoi processi.
Pandolfi: magistrati non molleranno - "Il presidente della Repubblica nel suo recente messaggio di fine anno ha invocato il coraggio degli italiani come indispensabile risorsa cui attingere in un momento tra i più difficili della storia recente del Paese. Come magistrati non lasceremo cadere questo invito" afferma il presidente facente funzioni della Corte d'Appello di Roma, Catello Pandolfi, nella sua relazione nell'ambito dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Continueremo a porre il nostro massimo impegno - prosegue Pandolfi - nella quotidiana attività per rafforzare nei cittadini la fiducia nell'istituzione che rappresentiamo e garantire un sicuro presidio di autonomia ed imparzialità , malgrado gli affanni che affliggono il sistema". E ancora: "Sono certo che tra la 'gente disposta a non mollare' ci saremo senza esitazione e sono certo che l'immagine del magistrato e lo spirito che lo anima corrispondono totalmente al nostre sentire".