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Sanificazione delle strade dal coronavirus, evidenze scientifiche e rischi

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Tutti gridano a gran voce la pulizia profonda delle strade della propria città per contrastare il virus del covid–19 anche se si sta cercando di capire se sia effettivamente utile o no.

Il coronavirus, come la maggior parte dei virus, si mantiene vivo all’esterno degli organismi, e quindi sulle superfici, per un certo periodo di tempo. La quantificazione esatta però è ancora in fase di studio. Ciò che si conosce con esattezza è la trasmissione del virus. A fare da vettore sono le goccioline di saliva che si emettono parlando, starnutendo, tossendo e soffiando il naso. Il trasferimento avviene con il contatto tra un infetto e un soggetto sano. Qualche volta capita che il virus sia sulle mani del malato e toccando degli oggetti possa in qualche modo “infettarli”. A questo punto il contagio avviene indirettamente poiché se un sano entra in contatto con questi oggetti e poi tocca la propria faccia (occhi, naso o bocca) viene contagiato a sua volta.

Lavare spesso e accuratamente le superfici e gli oggetti che utilizziamo più spesso può contribuire a eliminare il virus ma con le strade la situazione è più complessa. Ad oggi non esistono evidenze scientifiche a sostegno del fatto che le superfici su cui camminiamo (costitute da pietre o asfalto) siano coinvolte nella trasmissione del coronavirus, proprio per i motivi legati ai modi con cui avviene il contagio.

Lo stesso ministero della Salute in una circolare spiega che esistono informazioni contrastanti sull’utilizzo di disinfettanti sulle strade e che non possono essere eseguite prove di laboratorio per accertarne l’efficacia. Anche la Cina, dopo aver eseguito la sanificazione durante il periodo più buio dell’epidemia, ha messo in dubbio la pratica soprattutto per il rischio dato dai disinfettanti, che potrebbero comportare inquinamento ambientale. Alcuni studi mettono in evidenza che l’ipoclorito di sodio utilizzato può reagire con il materiale organico presente sulle strade causando la formazione di sottoprodotti cancerogeni che successivamente vengono inalati dagli operatori e dalla popolazione. Non è escluso poi, che i disinfettanti vadano a contaminare le riserve d’acqua locali. L’ARPA Piemonte ha già dato parere negativo all’utilizzo dell’ipoclorito per la sanificazione delle strade e il ministero della Salute consiglia, almeno per ora, di limitare la pratica a interventi straordinari e con protezioni adeguate per operatori e passanti. Si pensi poi anche all’impatto economico.

Per concludere, queste le parole del ministero: “a oggi, sulla base delle conoscenze scientifiche disponibili, non vi sono evidenze a supporto dell’efficacia della sanificazione delle strade e pavimentazioni esterne con prodotti chimici disinfettanti o igienizzanti. Tali procedure hanno inoltre implicazioni logistiche ed economiche da considerare, in assenza di reale beneficio nel controllo dell’epidemia da SARS-CoV-2.”

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