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Addio doppia vita

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La reclusione forzata nel proprio nucleo familiare, piovuta fra capo e collo da un momento all'altro, ha interrotto bruscamente tutto ciò che, di clandestino e nascosto, avveniva al di fuori dei nuclei familiari stessi.
Chi è costretto a rinunciare a vedere l'amante segreta; chi è costretto a rinunciare alle droghe (ho letto cose agghiaccianti che il pudore mi vieta di citare) e così via, con tutte le declinazioni e le varianti dei diversi casi. La moglie fedifraga viene privata del rapporto extraconiugale con il collega o con il personal trainer del centro benessere che ha chiuso; il marito stimato professionista e buon padre di famiglia insospettabile deve rinunciare al penchant occulto per i transessuali; il figlioletto ritenuto dai genitori irreprensibile deve dire addio alle canne, o peggio, e così via.
La cattività crea "mostri" come ci hanno insegnato il servizio militare, i film, i libri o più semplicemente i reality show.

Un barlume di "doppia vita" sopravvivrà grazie al web, alle chat, alle app di messaggistica, sempre però che il marito, la moglie, i genitori non siano nelle vicinanze.
A poco a poco, in tutto questo, scompariranno anche le sovrastrutture. I capelli bianchi riemergeranno impietosi non più coperti dalle tinte; i ritocchi estetici svaniranno dai volti senza più la possibilità di essere rinfrescati dalle punturine; i muscoli allenati pedissequamente in palestra perderanno tonicità; la realtà prenderà insomma il sopravvento sull'artificio.
Se l'emergenza dovesse perdurare nel tempo, resisterà chi ha maggior spirito di sacrificio; resisteranno le coppie che si amano davvero; resisteranno le famiglie realmente unite; resisterà chi, costretto da solo in casa, riuscirà a bastare a se stesso. Resisterà, in ultima analisi, chi sarà in grado di abbandonare tutto ciò che è superfluo, fatuo e "doppio".
La nostra viziatissima generazione è pronta a tutto ciò? Lo scopriremo nelle prossime settimane.

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