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Porno Vendetta (revenge porn) . Anche l’Italia interviene

Chi pubblica materiale pornografico senza il consenso della persona ritratta rischia la galera.

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Le Filippine, nel 2009, seguite dagli USA, dal Regno Unito, dalla Germania e poi dalla Francia, hanno adottato norme per vietare la pubblicazione e la diffusione di materiale privato a contenuto sessualmente esplicito senza il consenso della persona ritratta.
Da ieri, anche l’Italia ha avviato il processo normativo perché anche in Italia questo comportamento venga considerato un reato. Infatti, la Camera dei Deputati, appunto ieri, all'unanimità, ha dato il via libera al reato di "porno vendetta" (revenge porn), ossia alla norma che, all'interno del "codice rosso", prevede di punire chiunque si permetta di diffondere immagini o video a contenuto sessualmente esplicito senza il consenso delle persone rappresentate. Un passo in avanti verso una civiltà di rispetto verso le donne ancora tutta da guadagnare. L'intero provvedimento, che ora passerà all’approvazione del Senato, ha ottenuto 384 voti favorevoli e solo 2 contrari.  È passato anche l'articolo 7 che introduce il nuovo reato dello sfregio del volto (la pena va dagli otto ai quattordici anni). Per una volta, tutti insieme, i deputati della Camera di Lega PD FI FdI Leu M5S,  hanno applaudito al risultato ottenuto.
Il provvedimento, una volta licenziato definitivamente anche dal Senato, introdurrà, quindi,  il reato di pubblicazione e diffusione di materiale privato a contenuto sessualmente esplicito senza il consenso della persona ritratta e prevede pene fino a 6 anni di carcere e multe dai 5mila ai 15mila euro.

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