La morte di una 59enne nel cimitero di Catania, Maria Concetta Velardi,è un vero e proprio giallo. La donna è stata ritrovata con la testa fracassata da un grosso masso di pietra lavica, non distante dalla cappella di famiglia.
A fare la macabra scoperta è stato suo figlio, un sottufficiale della Marina militare, che ha spostato la grossa pietra, sporcandosi le mani di sangue, e chiesto aiuto a un custode, che ha chiamato la polizia.
Il movente della morte della donna rimane ancora un mistero. Ancora tanti i dubbi sul fatto che la donna fosse fuori dalla cappella, in un posto poco visibile. Da escludersi il tentativo di rapina: la donna, infatti, indossava ancora una collana e il suo bracciale è stato ritrovato vicino a un masso.
Un vero dilemma per la squadra mobile della Questura di Catania. La vedova, in genere, si recava tutti i giorni al cimitero per pregare e pulire la cappella della sua famiglia, dove sono tumulati il marito e il figlio morto 5 anni fa.
Il corpo fino a sera è rimasto a terra, rivestito da un telo termico, con i segni della testa schiacciata e il viso sfregiato dalla pietra.
Il testimone principale è il figlio, sentito dalla squadra mobile della Questura. L'uomo ha raccontato alla polizia di essersi recato al cimitero con la madre. L’ha lasciata poco prima delle 17 nella cappella per andare in un bar. Al ritorno ha cercato la mamma, che non era nella cappella. Subito dopo, l’ha trovata ad una decina di metri distanti dalla stessa cappella, con un masso di pietra lavica sul volto. Ha cercato di soccorrerla, ma vani sono stati i tentativi. Ha subito chiamato aiuto e sul posto è arrivato un custode del cimitero e poi la polizia. Nonostante lo stato di choc, gli agenti della sezione omicidi della Questura lo hanno ascoltato.
Il cimitero di Catania è stato già scenario di morte violenta. Il 16 marzo 1992 un vedovo di 81 anni, Antonio Vinci, fu assassinato con una coltellata, mentre andava a pregare sulla tomba della moglie. Quanto al caso di Maria Concetta, la Procura di Catania ha aperto un’inchiesta, senza indagati, coordinata dal procuratore capo Giovanni Salvi e dal sostituto Giuseppe Sturiale.