Per i diritti civili, i colpi di coda di un asmatico 2013 sono stati di quelli che lasciano cicatrici ed interrogativi. In Spagna non solo si abolisce la legge del governo Zapatero sull'aborto ma si rispolvera, con maglie ancora più strette, la vecchia legge del 1985 che di fatto toglie alla donna il diritto di abortire. Infatti le condizioni di salute del feto non saranno più ritenute una ragione sufficiente per giustificare l’aborto e l’aborto sarà concesso solo fino alla 14esima settimana in caso di stupro e solo fino alla 22esima in caso di gravi rischi per la salute fisica o psichica della donna. Qualche giorno prima, il 13 Dicembre, viene presentato al Parlamento Europeo un rapporto, promosso dall’eurodeputata portoghese Edite Estrela appartenente all’area dei Socialisti e Democratici di Strasburgo, nel quale si chiedeva di approvare una maggiore libertà nella legge sul diritto all’aborto, specialmente per quanto riguardava l’esercizio dell’interruzione di gravidanza stessa da parte dei medici, oltre a contenere specifiche prescrizioni in materia di educazione sessuale a scuola. Nello specifico, tra le altre cose, il testo chiedeva ai Paesi membri di "garantire che i professionisti sanitari che praticano l'aborto e svolgono servizi connessi all'aborto non siano perseguibili o penalizzati in virtù di strumenti di diritto penale per aver prestato tali servizi". Attualmente l'aborto è un reato in Irlanda e in Polonia, mentre in Italia l'85% dei medici si oppongono alla pratica grazie all'obiezione di coscienza. Un passo importante per la tutela dei medici non obiettori, specialmente in Italia, dove la maggior parte dei sanitari che decidono di praticare gli aborti vengono spesso considerati dei paria sociali. Nel momento della discussione in aula, la mozione è stata bocciata con soli sette voti di scarto; anche alcuni rappresentanti italiani del PD hanno votato a sfavore, ma decisiva è stata la contrarietà di Francia e Germania che, secondo una agenzia di stampa francese, hanno votato contro per un semplice difetto di traduzione. Fatto sta che Spagna ed Europa hanno ricamato nello scorcio finale del 2013 un pizzo “retrò” dalla marcata tendenza restauratrice. Cosa ci riserverà il 2014? Ci saranno nuovi affondi a colpi di scimitarra ai danni dei residui diritti civili? Il caso della Spagna e del Parlamento Europeo dimostra come lunga è ancora la strada per un'etica comune europea che si fondi sul riconoscimento, sulla tutela e sulla promozione dei diritti civili dell'uomo. Spesso i virus che bloccano la crescita civile dell'Europa sono coltivati in quelle sacche di ignoranza che alcuni Stati conservano al fine di preservare rappresentanze di caste che come funghi, come parassiti, traggono sostentamento dalla stessa ignoranza che producono. Debellare questi contagiosi focolai attraverso la cultura della conoscenza, superare le colonne d'Ercole dei tabù fondati sui pregiudizi, renderebbe il 2014 un anno veramente diverso. Il rapporto tra diritti universali e privilegi di pochi è da sempre lo specchio di un'epoca, qual'è l'immagine che vorremmo vedere riflessa? I campanelli di allarme dell'ultimo mese ci dicono che urge invertire la rotta prima che questa si cristallizzi. Serve un'alternativa a questa crescente indolenza culturale e l'alternativa più rapida ed efficace è delegare al ruolo di futuri legislatori solo quei cittadini che accettino il dovere civile di promulgare leggi spogliate di ogni pregiudizio. A noi sta l'impegno futuro di scegliere con piena consapevolezza sapendo che: “I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati (A. Einstein)”.