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Storie di Gelato: Gelateria Joseph

Joseph Guerrera: passione nel sangue e nel gelato

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Una passione che c'è da sempre, forte, viva, unica.

Ero piccolo, potevo avere circa 5 anni. Ricordo le ore passate in laboratorio da mio padre (lui è pasticcere gelatiere) a fissare senza sosta la macchina del gelato (30 anni fa era una Cattabriga con il cilindro in verticale: l'abbiamo ancora in laboratorio). Non so il perché, ma veder mettere il latte dentro e osservarla girare pian piano mi affascinava molto ed ha continuato ad affascinarmi.” Una storia che prosegue, forte. Un amore viscerale che continua, anche senza un perché. “All'età di 10 anni, finalmente, mio padre ha cominciato a farmi preparare le miscele (nocciola e cioccolato).

Devo dire che, nonostante l'età, non è mai stato un gioco: il gelato si faceva intorno alle 15, ma noi cominciavamo alle 5 del mattino. Era faticoso, ma non vedevo l'ora che arrivasse quel momento: ogni volta che un gusto era pronto e chiamavo mio padre per estrarlo (ero ancora troppo piccolo per l'estrazione) mi pervadeva una soddisfazione incredibile. Da quel momento ho veramente capito che quello sarebbe stato il mio lavoro.” Un lavoro che, fondendosi con tutta la passione che si può immaginare, diventa qualcosa che va oltre. Diventa il gusto di gelato migliore che si possa desiderare, che è così buono da permettere persino di sentire le difficoltà “leggere”, facili da superare. Quando c'è la passione c'è tutto. “Mio padre ha cercato più volte di dissuadermi dall'intraprendere questa strada. È un mestiere faticoso, si lavora anche durante le feste. Non voleva che io andassi in laboratorio, mi diceva di andare a divertirmi, di vivere la mia adolescenza. Niente da fare. Quell'amore era più forte di qualsiasi cosa. Lui partiva alle 4:30 e io, sapendo che non mi avrebbe svegliato, alle 4:15 ero pronto in cucina col suo caffè in mano. Avevo troppa voglia d'imparare. Non so esattamente cosa mi abbia spinto a tutto questo. Credo di essere nato con questa passione.” Una passione che scorre nelle vene di Joseph e che può essere “gustata” nel suo gelato, che racchiude tutto il mondo, tutto quello che vuole dire, regalare, comunicare.

“Descrivere un momento, un'emozione, un viaggio con un gusto di gelato è un'arte straordinaria. Quando ho creato MARE D'INVERNO, gusto che mi è stato chiesto per onorare ENRICO RUGGERI in occasione della cittadinanza onoraria a Marotta, paesino dove ha scritto proprio questa canzone, mi sono documentato per bene e ho capito che il gusto doveva descrivere il momento che ha ispirato la scrittura della canzone stessa. Era necessario chiedersi: “cos'ha provato in quel momento l'autore e cos'ha visto mentre scriveva?”. Dovevo omaggiare Marotta che lo aveva ispirato. Lui ha raccontato che quel pomeriggio faceva freddo. Aveva appuntamento con una ragazza che non si era presentata e, rientrando a casa, chiudendo la porta, aveva sentito il caldo del camino. Si era seduto al tavolo che dava su una finestra da cui si vedeva il mare in tempesta. Così ho immaginato che, in quel periodo, su quel tavolo ci fosse della frutta secca. Partendo da lì, ho spaccato noci e mandorle con un batticarne per ricreare la spiaggia di Marotta, sassolini, sabbia e pietre, usandole per fare un croccante sbilanciato di zuccheri. Poi, per ricreare il contrasto tra il freddo esterno e il caldo di casa, ho creato una crema alle noci, avvolgendola in un Pan di Spagna e lavorando sugli zuccheri anticongelanti: ho fatto in modo che, assaggiando questo gusto, al palato arrivasse prima il freddo del gelato e poi il caldo della crema. Per legare il tutto ho scelto il mascarpone e, infine, ho usato in estrazione delle gocce blu di colorante naturale, che, amalgamate con il croccante alle mandorle, riproducono proprio le sfumature del mare d'inverno di Marotta.” Un autentico Paradiso. Come raggiungerlo? Basta fare un tuffo in questo gusto unico e speciale. “Penso che il successo del MARE D'INVERNO sia dovuto proprio a ciò che comunica, più che al sapore in sé.” Un successo che si moltiplica, che diventa ugualmente gustoso in tutte le altre creazioni, anche in quelle più amate. “Il gusto che mi rappresenta di più è MALATERRA, che unisce due sentimenti forti e contrastanti: l'amore per la mia terra e il disprezzo per le persone che la popolano. La loro contrapposizione mi fa pensare alla famosa canzone di Totò, “Malafemmina”: nonostante la donna in questione sia, appunto, una malafemmina, lui la ama da impazzire, senza di lei non può stare. È proprio questo che provo anch'io, per la mia terra: ho creato questo gusto dopo aver guardato un servizio sulla Terra dei fuochi. Ero arrabbiato.” Da quella rabbia, da quello sdegno, nasce un gusto davvero straordinario, che nasconde una storia altrettanto unica. Una storia che merita di essere gustata.

“Quel giorno ero a Reggio Calabria, mia terra natale: ho fatto una passeggiata in campagna, ho visto delle pecore che pascolavano. Un profumo di bergamotto incredibile mi ha pervaso (Reggio Calabria ha il 90% della produzione mondiale di bergamotto) e, andando avanti, ho trovato una piccola azienda che produceva miele. L'ho assaggiato ed è arrivata l'illuminazione: ho pensato, dentro di me, che, nonostante maltrattiamo la nostra terra, lei continua comunque a darci dei prodotti straordinari. Non ci ho pensato due volte. Ho comprato il miele, ho preso la ricotta fresca, ho staccato due bergamotti dalla pianta e, arrabbiatissimo, sono andato in laboratorio da mio padre. Dovevo fare un gusto di protesta, dovevo comunicare il mio sdegno verso chi maltratta la nostra terra. Così, con una base di ricotta, ho portato ad ebollizione il miele, mettendo la scorza di bergamotto per dare l'acidità necessaria a contrastarne la dolcezza. Da mio padre erano appena arrivati dei pistacchi di Bronte: il loro profumo eccezionale mi ha rapito, non potevo non utilizzarli. E nacque MALATERRA , gelato di ricotta variegato con miele al bergamotto e arricchito con croccante di pistacchi.” Un gusto che dà eccezionali soddisfazioni. “L'ho presentato al Sigep 2016: mi ha fatto conquistare il titolo di quinto miglior gelatiere dell'anno. Quando ho letto la storia del mio gusto alla giuria, questa si è alzata in piedi, applaudendo. Leggevo la commozione sui volti dei giurati: MALATERRA aveva comunicato il mio messaggio.” Un messaggio talmente forte, talmente importante da aver meritato la sua rivincita. “Che dire, gli scrittori usano le penne, io un mantecatore.” Un ringraziamento particolare a Joseph. Il gelato racconta storie, ma cosa sarebbe in una parola? “Penso che “Gelato” sia una parola davvero riduttiva. Se si riflette sul significato, “miscela gelata”, fa quasi da ridere, ma tutto quello che si nasconde “dietro” è incredibile: per fare una buona vetrina fai veramente il giro del mondo. Forse non si può descrivere in una parola, o forse sì: MONDO.”

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