Spesso, le soddisfazioni più grandi vengono fuori da qualcosa che comincia per caso.
Il “caso” in cui si è imbattuto Simone, durante il suo percorso, si chiama karate e si rivela, fin da subito, uno strumento capace di tirare fuori il meglio di sè.
“Ricordo molto bene quando iniziai: avevo 10 anni, non avevo mai fatto sport e quello mi colpì da subito, sia per ciò che facevo, sia per il modo in cui il maestro me lo insegnava. Ne rimasi stregato.”
Quasi un amore a prima vista.
Uno sport particolare, che si rivela, ben presto, essenziale. Imprescindibile.
“Più o meno dall'inizio, l'ho subito sentito mio e ho capito di non poterne fare a meno: non ho mai pensato di abbandonare o di fare altro.”
Uno sport da cui si impara tanto.
Uno sport in grado di dare lezioni, anche nei momenti difficili.
“Fin da subito, il maestro ci ha fatto partecipare a gare e competizioni, e nulla ti segna e ti fa crescere più di una sconfitta: trovare persone più brave ti insegna molto, e la prima volta che ciò accadde, fui spronato a migliorare e a fare sempre meglio, per dimostrare qualcosa non tanto agli altri, ma soprattutto a me stesso.”
Come definire questa passione?
“In una parola è difficile, ma direi...Disciplina.”
Disciplina e rispetto. Gli “ingredienti”-chiave di questo sport.
E, anche se gli ostacoli che si frappongono tra Simone e il karate sono tanti, quando si tratta di una passione che si sente dentro, non si può fare a meno di assecondarne il richiamo, magari diffondendola, facendola conoscere al meglio e offrendole tutto il prestigio che merita.
“Purtroppo, nell'ultimo anno, tra università e vita fuori casa, non ho potuto continuare ad allenarmi, ma dentro di me non smetterò mai di essere un karateka, e appena sarà possibile riprenderò la pratica di questo sport meraviglioso, per migliorare sempre più nel corpo e nello spirito e, perchè no, per insegnarlo a qualcuno.”