Come quella delle sue compagne di squadra, anche quella di Andrea Giulia è una passione che inizia alcuni anni fa.
Una passione che, passo dopo passo, palla dopo palla, diventa davvero importante.
“Ho cominciato all'età di 7 anni. Dopo 3 o 4 anni, però, ho lasciato, per poi ricominciare 2 anni fa...non ricordo bene il mio primo allenamento, ma so che, quando sono tornata a casa, ero felice e soddisfatta per quell'ora passata con gli amici: mi ero divertita moltissimo.”
Un errore lasciarsela sfuggire. Ma la pallavolo le vuole bene e torna da lei, torna ad accoglierla tra le sue braccia, nella sua “famiglia”.
“Dopo aver lasciato la pallavolo e aver provato quasi tutti gli sport, mi sono accorta che avevo commesso un grande errore. Così, sono tornata quasi immediatamente a praticarla e mi sono accorta di non poterne fare più a meno quando, dopo un anno che avevo ricominciato a giocare, sono stata chiamata in prima squadra: ho capito che quello era il mio sport.
Nello stesso anno, infatti, mi hanno anche convocato per rappresentare il Chieti alle provinciali di pallavolo.”
Palla dopo palla, successo dopo successo, la pallavolo diventa una ragione di vita.
Intensità, forza, grinta. E si esprime al massimo nelle occasioni migliori.
“La partita che più mi ha segnata è stata quella a Castelfrentano, dove ho giocato per la priva volta nei panni di centrale titolare. È stata una gara molto combattuta, ma grazie ai consigli del nostro mister e all'incoraggiamento del nostro capitano, con il suo motto "palla su palla", abbiamo vinto ed è stata una grandissima soddisfazione.
La pallavolo è tutto. È una famiglia che non abbandona, un'amica per la vita.
È Vita.
“Riassumendola in una parola direi "vita", perché su quel campo ho tutto quello di cui ho bisogno. Ad esempio, se devo sfogarmi gioco a pallavolo. E poi lì ho amici su cui poter contare sempre: siamo una grande famiglia.
La pallavolo è ammirazione, è tenacia.
È seguire l'esempio di chi ha dimostrato di avercela fatta e di farcela ancora, sempre.
“Io credo e spero che questo sport mi accompagni per tutta la vita. Chissà, magari un giorno diventerò qualcuno di importante...per ora ammiro molto il nostro capitano, Floriana Panaccio, che non ha mai smesso di giocare: vorrei diventare come lei.”