Olimpiadi si, olimpiadi no? Il Movimento 5 Stelle non sempre ha avuto una opinione univoca. L'argomento, da tempo, è diventato terreno di scontro con il Partito Democratico che invece sostiene il progetto olimpico per la Capitale. Elio Lannutti, fondatore e presidente di Adusbef, già senatore per l’Idv di Antonio Di Pietro, stamattina sul blog di Beppe Grillo, con un post dal titolo “Olimpiadi a Roma no grazie” detta la linea del Movimento sui Giochi, al centro della polemica di questi giorni. Anticipando così la sindaca di Roma Virginia Raggi. “In un Paese divorato da corruzione ed illegalità, con il più imponente debito pubblico pari a 2.248,8 miliardi di euro, cresciuto con l’attuale Governo al ritmo di 5 miliardi al mese pari a 116.000 euro al minuto, una pesante ipoteca che grava sul futuro dei giovani, a chi e cosa servono le Olimpiadi di recente giudicate dal presidente Renzi: "fantastiche perché porterebbero soldi alle periferie", che secondo l’analisi di Gavin Poynter, professore di scienze sociali alla East London University e direttore del centro di ricerca universitario LERI, vengono: "spesso presentate come opportunità di rigenerazione per la città che li ospita, ma finiscono invece col diventare uno spreco di risorse pubbliche e un ottimo affare solo per le speculazioni private"?”. Inizia così il post firmato dal presidente dell'Adusbef, Elio Lannutti. “Se le Olimpiadi o i mondiali, possono essere funzionali alle classi politiche ed economiche per appagare il delirio di onnipotenza di immarcescibili saltimbanchi e molti affari per gli imprenditori, - continua il post sul blog di Grillo, - i Giochi spesso vengono utilizzati per ipotecare il futuro dei giovani gonfiati di debiti e come potenti armi di distrazione di massa, con la finalità di offrire con lo spettacolo, ripreso in mondovisione da mass media e Tv che ne finanziano una minima parte dei costi, effimeri sollievi a condizioni economiche e sociali delle famiglie, che potrebbero essere momentaneamente appagate con le medaglie, prima di finanziare con le loro fatiche, i costosi apparati pubblici”. “Adusbef, impegnata da anni a diffondere politiche economiche sostenibili ed una riduzione del debito pubblico, che non ha condiviso notoriamente alcunché del governo tecnico presieduto dal senatore Mario Monti dalla fine del 2011, ritenne (e a maggior ragione oggi) ritiene sacrosanta la decisione di far rinunciare Roma alla candidatura delle Olimpiadi, per offrire un segnale di serietà e rigore nella gestione dei conti pubblici, per evitare che si possa continuare a giocare sulla pelle dei giovani, mentre il Paese non è ancora uscito dalla gravissima crisi economica, etica e morale che da anni lo perseguita”. Ma nel Movimento c’è anche chi la pensa in modo diverso. Il vicepresidente della Camera, il 5 Stelle Luigi Di Maio, il 14 dicembre scorso affermava: "Sosterremo la candidatura di Roma alle Olimpiadi - diceva il 14 dicembre 2015 a Otto e Mezzo - solo se vinceremo noi le elezioni nella capitale, altrimenti lasceremmo quegli appalti nelle mani degli stessi coinvolti in mafia capitale. In tal caso, preferiremmo restituire i servizi essenziali di cui la città ha bisogno". E il giorno precedente in un'intervista ad Agorà (Raitre) la candidata sindaco M5S Virginia Raggi ha detto: "Oggi occorre pensare all'ordinario: i trasporti, i rifiuti, le scuole e gli impianti sportivi comunali che cadono a pezzi. Poi si potrà pensare allo straordinario come le olimpiadi. In tre mesi di campagna elettorale ho girato tanto per Roma e non c'è mai stato un romano che mi abbia chiesto quale sia la mia idea sulle Olimpiadi". Nel caso si farà un referendum? "Questo lo valuteremo". Sempre in tema di sport ha aggiunto: "lo stadio della Roma è un progetto molto importante, così come sarebbe auspicabile uno stadio della lazio. Purché rispettino i limiti di legge". Due giorni fa Chiara Appendino dà il patrocinio ufficiale della città alla corsa organizzata dal comitato promotore a sostegno della candidatura olimpica sotto lo slogan: “WeWantRoma2024”. “Noi vogliamo Roma 2024”: vuol dire questo, tradotto in italiano, il motto scelto per la corsa che si terrà sabato in tutte le 12 città italiane che fanno parte della candidatura olimpica e che, a questo punto, è stato fatto proprio anche dall'amministrazione comunale a Cinque Stelle di Torino. Chissà se l'altra sindaca grillina, la romana Virginia Raggi, la pensa allo stesso modo? Di certo ha più volte espresso più di una perplessità sull'opportunità di proseguire sulla strada della candidatura olimpica, che per alcune discipline coinvolgerebbe anche Torino, insieme ad altre 10 città italiane. Ormai i 5 Stelle ci hanno abituato al fatto che la coerenza andrà di moda. Ma non è adesso! – 9 SETTEMBRE 2016