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MACOMER. Dove finiscono i fanghi di Tossilo?

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MACOMER. Dopo la pubblicazione del documento della Provincia di Nuoro che, sulla base dei risultati delle analisi dell'Arpas che attesterebbero la presenza di Diossina negli scarichi in uscita dal depuratore di Macomer, ha bloccato di fatto lo smaltimento in agricoltura dei fanghi prodotti nell'impianto, ci siamo ovviamente posti un quesito: dove sono stati smaltiti fino ad oggi i fanghi di Tossilo?

Dieci giorni fa avevamo posto questa semplice domanda ad Antonio Salis ( guarda il video), Responsabile del Depuratore Consortile di Macomer. Questa la sua risposta: “l'azienda è autorizzata dalle varie province tramite una regolare autorizzazione allo smaltimento dei fanghi in agricoltura”.

Alla richiesta specifica di poter conoscere il nome dell'azienda che ritira e distribuisce poi i fanghi, Salis aveva preferito non rispondere.

Una non risposta che ovviamente alimenta la curiosità e che fa sorgere una ulteriore domanda scontata: perché non si può conoscere il nome della ditta?
Perché non si possono conoscere le modalità di smaltimento de fanghi in uscita dal Consorzio Industriale di Macomer visto che, tra l'altro, si tratta di un ente pubblico?
Dov'è la trasparenza di cui tanto si parla?

La trasparenza c'è in effetti, ma in un senso differente da ciò che si aspetta: si avvicina più all'invisibilità.

Abbiamo condotto una ricerca, viste la NON risposta del Consorzio e la NON disponibilità a riceverci della Tossilo S.p.A, che abbiamo contattato numerose volte chiedendo di poter parlare della questione col responsabile dell'impianto, l'ingegner Medde, senza ricevere però alcuna risposta.

I documenti ufficiali rintracciabili in rete sono alquanto scarsi, ma qualcosa l'abbiamo trovata.

La ditta che smaltisce i fanghi della Tossilo S.p.A. dovrebbe essere la Shift S.r.l., che risulta essere nell'elenco delle ditte autorizzate allo smaltimento dei fanghi prodotti negli impianti di depurazione delle acque reflue urbane e industriali della Sardegna.

Ma chi è la Shift S.r.l.?

Si tratta di un'azienda con sede a Cagliari amministrata da Nino Villa Santa, leader nel settore dello smaltimento fanghi: per intenderci, si è aggiudicata anche l'appalto per lo smaltimento dei fanghi prodotti negli impianti gestiti da Abbanoa S.p.A.

Nel centro Sardegna, è balzata agli onori della cronaca qualche anno fa, nel 2010, proprio per una vicenda legata allo smaltimento dei fanghi in agricoltura: erano quelli prodotti dal depuratore di Ottana, classificato allora come urbano nonostante smaltisse le acque reflue della zona industriale, comprese quelle di Ottana Polimeri (azienda che produceva il Pet per le bottiglie di plastica).
Dalle analisi dell'Arpas si rilevò la presenza nei fanghi proprio del Paraxilene, materia prima, considerata pericolosa e altamente inquinante, utilizzata per la produzione del Pet.
Quei fanghi erano destinati alla concimazione delle campagne di Dorgali e il Comune, con un'ordinanza, ne bloccò l'utilizzo.
Ne scoppiò un caso e si finì in tribunale ( qui la sentenza ).

La stessa Shift S.r.l. la ritroviamo in un documento della Regione Sardegna datato 2008: in sintesi, la Provincia di Oristano e quella di Nuoro si rifiutavano di dare alla ditta l'autorizzazione per lo smaltimento dei fanghi di depurazione in agricoltura.

Il rifiuto venne considerato dalla Regione come una inadempienza e l'Assessore alla Difesa dell'Ambiente intervenne dunque nominando un commissario “ad acta” per l'espletamento dell'iter autorizzativo: la persona indicata per sanare il blocco di autorizzazioni risultò essere Roberto Pisu, l'attuale Commissario Liquidatore del Consorzio Industriale di Macomer ( che sostituì dal 2013 la dimissionaria dottoressa Brunetta Farci, che aveva anche il ruolo di Amministratore Unico della Tossilo S.p.A. , morta suicida poi nell'Aprile del 2013), allora Direttore   del   Servizio   Tutela dell’Atmosfera e del Territorio dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente.

Ma torniamo ai fanghi: in Sardegna, secondo l'ultima relazione pubblicata dalla Regione (anno 2013), si producono in un anno 15.123 Tonnellate di sostanza secca ( 80 mila sono invece i fanghi tal quali)  di cui 9.425 Tonnellate sono riutilizzate in agricoltura per un totale di 1.740 Ettari concimati.

Il 45% di queste 9 mila tonnellate finiscono nei terreni agricoli del Medio Campidano, il 38% in quelli della Provincia di Sassari e il 18% in quella di Cagliari.

Nel 2013 sono state 41 le Aziende Agricole che hanno utilizzato i fanghi, distribuite in 13 Comuni della Sardegna: Sassari e San Gavino Monreale si accaparrano oltre il 60% del totale dei fanghi, seguiti da Sanluri, Uta, Villacidro e Decimomannu. 

I fanghi avviati allo spandimento presso le aziende agricole provengono per il 98% dagli impianti di depurazione delle acque reflue dell'Isola.

Tra questi impianti c'è anche quello di Tossilo, nel quale confluiscono le acque reflue e i rifiuti liquidi prodotti dall'impianto di incenerimento dei rifiuti.

La domanda vien da sé: il processo di incenerimento dei rifiuti produce Diossina?
Se il depuratore di Macomer non è adatto al trattamento delle diossine (come dichiarato da Salis), ma tratta comunque i reflui dell'inceneritore, dove finiscono queste pericolose sostanze?
E' lecito chiedere trasparenza sulla movimentazione dei fanghi e sul loro utilizzo in agricoltura?

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