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TÀLIA SI È ADDORMENTATA

spettacolo teatrale

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Avviso ai soci L'Associazione culturale Teatro Trastevere presenta TÀLIA SI È ADDORMENTATA dal 6 al 9 aprile 2107 un'idea di Compagnia PolisPapin tratto da" Lo cunto de li cunti" di Giambattista Basile scritto da Francesco Petti con Cinzia Antifona, Valentina Greco, Francesca Pica musiche di Francesco Petti "ninna nanna" testo Antonio Petti, musiche Melisma foto di Dario Vegliante scene e costumi di Domenico Latronico aiuto scenografo Dario Vegliante regia di Francesco Petti Come previsto da due improbabili indovini, la giovane Tàlia si punge un dito con una lisca di lino e cade addormentata. Il padre, credendola morta, per la disperazione l’abbandona; in tale stato e in totale solitudine resta nel suo palazzo per un certo tempo. Un giorno un Re, passando di lì, trova la giovane dormiente, giace con essa e poi va via. Dopo nove mesi Tàlia, con l’aiuto di due mostruose ma dolci fate, dà alla luce un figlio ed una figlia, chiamati Sole e Luna, che succhiando il suo dito invece che il capezzolo ne estraggono la lisca e rompono l'incantesimo che la costringe a dormire.Il Re si ricorda della bella giovane e ritorna al palazzo, trovandola viva e con il frutto del loro rapporto. I due sono ormai innamorati l’uno dell’altra, ma la moglie del Re, venuta a conoscenza di questi fatti, ordina che i bimbi vengano cucinati e dati in pasto al marito, e poi che la stessa Tàlia venga uccisa. Ma il Re scopre l'infimo piano della Regina e riesce a salvare Tàlia. Si scopre poi che i figli non sono stati uccisi, ma sono stati salvati dal buon cuore dei due strani cuochi di palazzo. Allora la Regina verrà condannata a morte e il Re, Tàlia, Sole e Luna vivranno per sempre felici e contenti. Tutta la vicenda è incorniciata dalla presenza di tre Sorelle, le Figlie del Tempo, che manovrano i meccanismi dei destini umani. Tàlia si è addormentata è un progetto della Compagnia PolisPapin che vede impegnate le attrici Cinzia Antifona, Valentina Greco e Francesca Pica sotto la direzione, già consolidata, del regista Francesco Petti. Il percorso di ricerca che necostituisce l’humus si basa su alcuni degli elementi fondanti del lavoro del gruppo: lo studio sulla gestualità, la commistione di realismo e momenti onirici, la musicalità del testo, le atmosfere noir. Quasi automatica è stata dunque la scelta di rivolgersi alla letteratura e alla cultura barocca, immaginifica e nera del ‘600, e al mondo, altrettanto immaginifico e nero, della fiaba. In una parola: a Giambattista Basile. La scelta di raccontare la sua versione della Bella Addormentata nel Bosco, dal titolo Sole, Luna e Tàlia, ha aperto un ampio percorso: da un lato la volontà di pescare a piene mani nell'opera di Basile, fonte meravigliosa di racconti arcaici, personaggi magici, situazioni comiche e sfumature antropologiche, per indagarne la filosofia; dall’altro capire quale possa essere l’origine fisica e metafisica di questo specifico racconto. I riferimenti proto psicanalitici alle mestruazioni, al passaggio dell’adolescenza, all’innamoramento, alla sostituzione dei genitori con il/la proprio/a compagno/a ci hanno condotto a narrare una storia sulla lotta inutile contro il tempo che passa, sull’ineluttabilità del nostro destino, sull’amore e sulla morte, sui necessari tradimenti, sulla meccanicità fatale della condizione umana. La fiaba tra tradizione orale e genere letterario: Lo cunto de li cunti o Pentamerone di Giambattista Basile è una raffinatissima raccolta di racconti derivanti dalla tradizione orale plasmati non tanto per essere letti nel silenzio della propria mente, quanto per essere recitati ad alta voce in piccoli convivi nobiliari, quasi una sorta di reading ante-litteram. Potremmo definirli racconti comici da conversazione cortigiana; un trattenimento, come recita il sottotitolo dell’opera. Da qui la nitidezza delle immagini e dei personaggi non distanti da un certo gusto del teatro di strada, ma che pure conservano profondamente il senso della fiaba quale racconto ancestrale che il nostro lavoro vuole restituire in tutto il suo andamento metaforico (e metamorfico), andando ad indagare alcuni temi quali il rapporto tra femminile e maschile, il ruolo della donna nella tradizione favolistica e mitologica (se non anche religiosa o cultuale), la durezza e la inevitabilità dei cicli naturali. Il tutto nel sistema narrativo ricco e sinuoso tipico dell’epoca barocca. Un meccanismo si mette in moto. E non si ferma finché tutto non è compiuto. Finché il Destino non ha fatto il suo corso.Allora il congegno si può arrestare. Ma solo per riprodursi altrove con qualche variante. Il racconto di tradizione orale, con il suo sostrato sempre simile, quale che sia la latitudine o il momento in cui viene enunciato, dice questo. Ecco, dunque: rivolgersi alla fiaba, rivelarne il possibile significato poetico, entrare nel solco di questa tradizione, provare a umanizzare e a rendere tridimensionali i suoi personaggi-funzione, per ri-raccontare nuovamente, con un altro linguaggio, una delle tante storie possibili (ma anche l’unica che da sempre ci raccontiamo). La Bella Addormentata non si è mai svegliata con un semplice bacio. Al fondo oscuro della sua favola c’è una bambina che diventa donna, preda di un uomo cacciatore catturato, e la vecchia generazione che lotta per non scomparire, Eros e Thanatos, l’ineluttabilità spietata del Fato e il Tempo inarrestabile. E tutto questo non è che teatro. Sulla scena tre attrici, ma molti personaggi si susseguono dando vita ad un gioco di scambio continuo di ruoli. Un meccanismo da giostra, un espediente teatrale che cela però il compito più profondo della fiaba e del teatro: essere uno specchio per chi legge, ascolta, guarda. La giovane principessa, il re gagliardo, la regina decaduta, prima o poi tocca a tutti interpretare almeno uno di questi ruoli. Lo spettacolo prende lo spunto da una delle versioni più antiche della fiaba a tutti nota come La Bella Addormentata: quella inclusa, con il titolo Sole, Luna e Tàlia, ne Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille di Giambattista Basile, da cui riprende il clima barocco con sfumature da gothic novel. La fiaba è il racconto che per eccellenza spiega e indaga i passaggi della vita e come tale non può disdegnare d'essere a tratti crudele. Una fiaba quindi per adulti, ma che non dimentica mai di essere nata per i peccerille, di essere cioè anche un gioco. Al suo interno, in una atmosfera onirica, sospesa tra lo steampunk e Miyazaki, tra l’introspezione e la commedia surreale, si avvicendano figure misteriose, vicende fosche, storie d'amore; un susseguirsi fiabesco che attinge a piene mani da quell'immenso serbatoio che è Lo cunto, inestimabile tesoro di simboli arcaici e spesso oscuri, in cui ciò che appare in superficie è solo favola, ma ciò che vi si nasconde è inesorabilmente vita. Una coproduzione PolisPapin e Ygramul Teatro TÀLIA SI È ADDORMENTATA dal 6 al 9 aprile 2017 Teatro Trastevere, via Jacopa de Settesoli 3, 00153 Roma giovedì-sabato h 21.00, domenica h 17.30 contatti: tel: 06.5814004 Ufficio Stampa TEATRO TRASTEVERE: Vania Lai prom.trastevere@gmail.com 3388940447

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