Oggi , dopo il suo intervento di ieri pomeriggio alla fondazione Caponetto a Firenze, Pietro Grasso ha postato il riassunto di quanto detto:
"Ho deciso di parlare di tre occasioni mancate, almeno per ora, dalla politica: corruzione, voto di scambio e legge elettorale, tre riforme a costo zero che possono riavvicinare i cittadini alla politica. La prima riguarda la lotta alla corruzione, al falso in bilancio, al riciclaggio e all'autoriciclaggio e all'evasione fiscale, temi che erano nel Disegno di legge che, prima di essere eletto presidente, avevo depositato il mio primo giorno da senatore e che è fermo in Commissione Giustizia.
Sempre dentro quel Disegno di legge c'era anche la norma sul voto di scambio della campagna di Libera “Riparte il futuro”, quella per cui centinaia tra deputati e senatori hanno indossato il famoso “braccialetto bianco”. Quella riforma ha poi iniziato il suo percorso alla Camera e, con qualche compromesso, si era arrivati ad un testo approvato all'unanimità che non era il migliore dei testi possibili ma aveva al suo interno novità interessanti, tanto che gli stessi promotori sono venuti nel mio studio a Palazzo Madama a chiedermi di fare di tutto perché venisse approvato rapidamente. Utilizzando una prerogativa del presidente avevo annunciato in Aula il 19 luglio, nel discorso commemorativo della strage di Via d'Amelio, che avrei dato alla Commissione Giustizia potere deliberante, in modo che il giorno stesso potesse diventare legge. Peccato che una campagna stampa abbia fatto venire dei dubbi ad alcuni parlamentari, bloccando la Commissione deliberante e rimandando a chissà quando questo traguardo. Da luglio ad oggi non se ne è più sentito parlare. Un'altra occasione sprecata.
La terza richiesta ancora inevasa è la riforma della legge elettorale. In un'intervista a Repubblica del 30 giugno scorso, ma gli esempi che potrei fare sono innumerevoli a partire dalla campagna elettorale, sono stato tra i primi ad avanzare l'idea di staccare la legge elettorale dalle riforme istituzionali, e la presentavo come una riforma da fare subito, con legge ordinaria ad iniziativa parlamentare e con due caratteristiche fondamentali:garantire una rappresentatività reale dei cittadini e la stabilità dei governi. Non avete idea delle critiche che mi ha attirato quell'intervista. Ora che sono passati mesi effettivamente la riforma della legge elettorale sta seguendo un percorso d'urgenza diverso dalle riforme istituzionali, ma al momento lo stallo è evidente: i gruppi parlamentari, anche per il loro disfacimento, non riescono a trovare un accordo politico, dimostrando di non riuscire a sentire la marea montante di una rabbia che si riverserà, più forte di prima, contro tutti i partiti.
E' questo atteggiamento di sordità totale che ci ha portato alla crisi istituzionale che stiamo vivendo nel nostro Paese in questo momento. Per tornare ad essere credibili, per abbattere quel 50% di indecisi e astenuti che ci hanno rivelato ieri gli ultimi sondaggi, i partiti devono iniziare a pensare non alle prossime elezioni, ma alle prossime generazioni.
Partiamo da qui: lotta alla corruzione, falso in bilancio, riciclaggio e autoriciclaggio, voto di scambio e riforma della legge elettorale. Tre riforme a costo zero che in una fase economicamente drammatica come quella che stiamo vivendo potrebbero far tornare all'impegno, alla passione, alla militanza, alla vita pubblica – in una parola: alla politica – quella metà di italiani stanchi, rassegnati e disillusi che se ne è allontanata."