Papa Francesco durante uno dei passaggi della catechesi dell'Angelus domenicale: "Gesù ci vuole insegnare la netta distinzione che dobbiamo fare tra la giustizia e la vendetta. La vendetta non è mai giusta. Ci è consentito di chiedere giustizia; è nostro dovere praticare la giustizia. Ci è invece proibito vendicarci o fomentare in qualunque modo la vendetta, in quanto espressione dell'odio e della violenza".
Il Pontefice spiega che il rifiuto di Gesù alla violenza significa "rinunciare a un diritto", ma questo "non vuol dire che le esigenze della giustizia vengano ignorate o contraddette". Al contrario, aggiunge il pontefice, "l'amore cristiano, che si manifesta in modo speciale nella misericordia, rappresenta una realizzazione superiore della giustizia".
"Quando parliamo di 'nemici' non dobbiamo pensare a chissà quali persone diverse e lontane da noi; parliamo anche di noi stessi, che possiamo entrare in conflitto con il nostro prossimo, a volte con i nostri familiari. Quante inimicizie nelle famiglie, quante! Pensiamoci" afferma il Pontefice. "Nemici sono coloro che parlano male di noi, che ci calunniano e ci fanno dei torti e non è facile digerire questo. A tutti costoro siamo chiamati a rispondere con il bene, che ha anch'esso le sue strategie, ispirate dall'amore".
"Il male è un 'vuoto' di bene, e non si può riempire con un altro vuoto, ma solo con un 'pieno', cioè con il bene. La rappresaglia non porta mai alla risoluzione dei conflitti" dice papa Francesco. La "via della vera giustizia", sottolinea il Pontefice, è espressa nel Vangelo di questa domenica, "una di quelle pagine che meglio esprimono la 'rivoluzione' cristiana".
Poi l'appello per pace in Congo "Continuano purtroppo a giungere notizie di scontri violenti e brutali nella regione del Kasai Centrale della Repubblica Democratica del Congo" dice Bergoglio. "Sento forte il dolore per le vittime, specialmente per tanti bambini strappati alle famiglie e alla scuola per essere usati come soldati".
Stop per violenze in Pakistan e Iraq - Il Papa al termine dell'Angelus fa un appello per le popolazioni di tutto il mondo che "soffrono a causa della violenza e della guerra". "Penso, in particolare, alle care popolazioni del Pakistan e dell'Iraq, colpite da crudeli atti terroristici nei giorni scorsi - sottolinea Bergoglio -. Preghiamo per le vittime, per i feriti e i familiari. Preghiamo ardentemente che ogni cuore indurito dall'odio si converta alla pace, secondo la volontà di Dio".