Sono 280 i licenziamenti scattati nel 2015 nei confronti di dipendenti pubblici. A tenere il conto è l'Ispettorato del ministero della P.a. Rispetto all'anno prima si registra, in base ai dati pervenuti, un deciso aumento (+23,3%). Quanto alle cause, 108 licenziamenti derivano da assenze. Nel 2015 ancora non era entrato in vigore il decreto anti-furbetti del cartellino, che domani tornerà in Cdm. La stretta sugli assenteisti è però stata annunciata proprio nel 2015.
Oltre alle assenze non mancano i licenziamenti connessi ai reati (94) e al mancato rispetto dei propri compiti o alla cattiva condotta (57). Chiudono la lista i casi dovuti al doppio lavoro (20) e all'irreperibilità alla visita fiscale (1). La parte da leone spetta sicuramente agli assenteisti, che da soli coprono il 39% delle espulsioni.
Diverse delle novità contenute nella riforma sul pubblico impiego riguardano proprio il fenomeno in questione. Si tratta quindi di misure entrate in vigore successivamente al monitoraggio (come quelle sulla falsa attestazione della presenza) o che devono ancora passare il primo esame in Cdm (è il caso del focus sui weekend lunghi e altre anomalie). Tutti gli interventi sono però stati anticipati nei principi nelle delega P.a e dalle intenzioni del governo. Quindi non è escluso che il nuovo clima possa avere in qualche modo inciso sull'aumento dei licenziamenti.
Il pacchetto Madia potrebbe essere sdoppiato in due diversi Consigli dei ministri. Secondo quanto si apprende,oggi andrebbero i tre decreti correttivi su partecipate, medici Asl e furbetti del cartellino, mentre la prossima settimana sarebbe riservata alla maxi riforma del pubblico impiego (per attuare la delega c'è tempo fino al 28 febbraio).