Quelli dell’insulto anonimo, dei gruppi chiusi all’interno dei quali gli utenti offendono le donne fino al cyber bullismo sono tra i problemi più gravi dell’utilizzo dei social-network oggi consentono ancora con molta facilità la diffusione di messaggi di odio o di veri e propri atteggiamenti persecutori.
Su questo oggi è intervenuta la Presidente della Camera Laura Boldrini la quale ha accusato Facebook di fare troppo poco o addirittura ostacolare il contrasto al cosiddetto “hate speech”. La denuncia della Boldrini parte dal caso di Ariana Drago, una ragazza che ha denunciato i gruppi chiusi all’interno dei quali circolano foto di ragazze prese dai profili e utilizzati per insulti e commenti a sfondo sessuale.
Il 12 gennaio la ragazza aveva scritto su Facebook: “Oggi ho formalmente rotto il silenzio sull’esistenza di gruppi su Facebook che raccolgono normalissime foto di ragazze altrettanto normalissime, che le ritraggono in viso, o alla loro festa di laurea, o intente a fare shopping, rubate da utenti maniaci e messe alla mercé di uomini altrettanto maniaci, costellate di commenti che inneggiano allo stupro e all'umiliazione delle stesse. Alcuni di questi gruppi hanno anche più di 3000 iscritti l'uno, individui viscidi e violenti che spendono le loro vergognose adulazioni e minacce su donne ignare. Su questi gruppi alcune persone hanno riconosciuto loro conoscenti, parenti o fidanzate”. Nello stesso post la Drago faceva notare, tuttavia, che “segnalare a facebook è inutile” perché il social-network “e le sue policies sono incapaci di tutelare la violenza vera, quando invece battagliano e bannano “nomi finti” e “immagini politicamente scorrette”. Insieme alla denuncia Arianna Drago aveva poi allegato i commenti con i nomi degli autori oscurati per denunciare e smascherare questa pratica.
Oggi la Presidente della Camera ha espresso il suo sostegno ad Arianna Drago che si è vista censurare proprio da Facebook i suoi commenti. “Arianna – ha scritto la Boldrini - mi ha evidenziato una cosa gravissima: una parte del suo post di denuncia è stato OSCURATO da Facebook perché “non rispettava gli standard della comunità”.
“Su quali standard si regge questa comunità? – si è chiesta polemicamente il Presidente della Camera - . E quali di essi Arianna avrebbe violato portando all’attenzione una pratica squallida e fortemente lesiva della dignità e dei diritti delle donne? Invece di intervenire immediatamente per chiudere questi gruppi, molti dei quali agiscono ancora sul social network, Facebook ha bloccato lei che li denuncia”.
Da qui l’attacco a Facebook della Boldrini secondo la quale è “inaccettabile che una piattaforma globale con 28 milioni di utenti solo in Italia, che dice a parole di voler combattere l’hate speech, usi poi la censura contro chi denuncia l'odio attraverso la pubblicazione di oscenità e violenza mentre non interviene nei confronti di chi lo mette in atto e se ne fa vanto.
Sullo stesso problema era intervenuto duramente contro facebook anche Enrico Mentana il quale il 13 gennaio chiedeva polemicamente ai gestori del social-network: "siete contenti di ospitare quei gruppi di Onanisti Anonimi, di lasciare che le bacheche di utenti perbene siano depredate di foto che poi diventano strumento di riti di coinvolgimento sessuale?". "Non nascondetevi - ha concluso Mentana - : i nomi dei gruppi li sapete, vengono indicati ogni giorno da chi ha la forza di reagire, l'ultima ieri, ecco il link: https://m.facebook.com/story.php…Caro Facebook, li vogliamo eliminare, sì o no?"