Inabilità a certi tipi di lavoro, spostamenti da mansioni pesanti a ruoli d’ufficio, congedi e certificati medici rilasciati con troppa facilità. E’ questo il quadro di un pezzo consistente della pubblica amministrazione che emerge secondo l’inchiesta di “Repubblica" , “L'Italia degli imboscati. Inabilità al lavoro e permessi, ecco tutte le carte false”.
L’inchiesta specifica, però, che non si tratta di casi di illegalità come quelli dei dipendenti che timbrano il cartellino e poi non vanno a lavoro. Il quotidiano ha portato invece alla luce tutto quel settore della pubblica amministrazione che abuserebbe dei permessi consentiti dalla Legge 104/92 in materia di disabilità e non idoneità al lavoro.
Il giornalista Marco Ruffolo, che ha curato l’inchiesta, ha voluto subito chiarire un aspetto delicato quando si affronta questo argomento: “Una premessa è d'obbligo: andare incontro a malattie o infortuni parzialmente invalidanti o dover assistere parenti disabili sono sacrosante e indiscutibili ragioni per cambiare mansione, per evitare i lavori più gravosi, o più semplicemente per avere permessi e congedi. Ma qui stiamo parlando dell'abuso che si fa di questi diritti, grazie a migliaia di sconsiderate autorizzazioni rilasciate dalle commissioni mediche”.
Dai dati raccolti emerge un quadro abbastanza desolante, soprattutto al Centro-Sud. In tantissime strutture oltre la metà del personale è riuscito a farsi trasferire a mansioni di ufficio così come in alcune aziende pubbliche o amministrazioni locali oltre la metà del personale risulta temporaneamente inidoneo al lavoro per il quale è stato assunto. Ecco alcuni numeri riportati nell’inchiesta. Nell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, 652 dipendenti su 1.178 dipendenti (55,3%) “lavorano a regime ridotto”. A Palermo “270 netturbini hanno potuto esibire un certificato medico che vieta loro di spazzare le strade”. A Firenze il 40% dei Vigili Urbani svolge lavoro d’ufficio. A Milano 4 dei 5 ispettori della Sogemi che devono controllare l'ortomercato di notte “hanno rapidamente ottenuto l'inidoneità al lavoro notturno”.
Anche sul fronte dei congedi il quadro è critico. Negli ultimi 5 anni secondo l'Inps i benefici per disabilità propria o dei familiari sono cresciuti rispettivamente del 22,5% e del 34% e nel settore pubblico si registra un vero e proprio boom. Qui, infatti, i congedi straordinari sono il 13,5% di tutti i dipendenti mentre nel privato sono solo il 3,3%. “Certo – scrive l’autore dell’inchiesta - in qualche misura può pesare il fatto che un dipendente privato, per timore di perdere il posto, sia meno propenso a chiedere quei permessi. Ma questo non basta a spiegare una differenza così macroscopica”.
L’inchiesta di "Repubblica" punta il dito contro l’abuso che si fa dei diritti garantiti dalla Legge 104/92 che, ribadisce Ruffolo, è “una grande legge di civiltà” il cui abuso, però, danneggia sia chi ha davvero diritto alle agevolazioni sia i lavoratori onesti sui quali grava anche il lavoro di chi non lo svolge.