Tra Saviano e il Sindaco di Napoli De Magistris è ormai scontro aperto. Tutto è partito dalla sparatoria al mercato della Maddalena di Napoli dov’è rimasta ferita una bambina e tre ragazzi senegalesi lo scorso 4 gennaio 2017.
Il giorno dopo il fatto criminale Roberto Saviano intervistato da Repubblica aveva commentato quello che a suo dire è lo stato di immobilismo della città partenopea sulla lotta alla criminalità. "Questa città non è cambiata – aveva detto Saviano -. Illudersi di risolvere problemi strutturali urlando al turismo o alle feste di piazza è da ingenui. Nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore diventa connivenza". In particolare Saviano se la prende con De Magistris che non amerebbe parlare degli aspetti negativi della città Per Saviano il Sindaco è “la sintesi dei deliri che sento arrivare da alcuni ambienti della città. Questa isteria sul turismo come panacea di tutti i mali mi ricorda vecchi discorsi del centrodestra, che pensava di risolvere così il disagio di una metropoli come Napoli”. “Ora – ha continuato lo scrittore - anche la sinistra napoletana più radical si lascia andare a discorsi neoborbonici ed è pronta a confluire nel partito personale di de Magistris”. Un attacco durissimo che finisce con l’accusa di populismo: “Parla come se fosse all'opposizione, invece è al potere. Le bellezze della città sono merito suo, il potere criminale, disoccupazione, controllo del territorio sono demeriti dello Stato. Se non è populismo questo...".
La reazione di De Magistris non si è fatta attendere ed è stata durissima, innescando un duro botta e risposta su Facebook. “Caro Saviano – ha scritto il Sindaco -, mi occupo di mafie, criminalità organizzata e corruzione da circa 25 anni, inizialmente come pubblico ministero in prima linea, oggi da sindaco di Napoli. Ed ho pagato prezzi alti, altissimi. Non faccio più il magistrato per aver contrastato mafie e corruzioni fino ai vertici dello Stato. Non ti ho visto al nostro fianco”. Dopo aver rivendicato il suo impegno per la legalità l’ex Pm ha accusato Saviano di speculare sui problemi di Napoli: “Caro Saviano, ogni volta che a Napoli succede un fatto di cronaca nera, più o meno grave, arriva, come un orologio, il tuo verbo, il tuo pensiero, la tua invettiva: a Napoli nulla cambia, sempre inferno e nulla più. Sembra quasi che tu non aspetti altro che il fatto di cronaca nera per godere delle tue verità. Più si spara, più cresce la tua impresa”. A quel punto è seguita la rivendicazione dei risultati ottenuti dalla sua giunta e l’accusa a Saviano di non vivere la realtà quotidiana di Napoli. “Ed allora, caro Saviano, - ha detto De Magistris - vivila una volta per tutte Napoli, non avere paura. Abbi coraggio. Mescolati nei vicoli insieme alla gente, come cantava Pino Daniele. Nella mia vita mi sono ispirato al magistrato Paolo Borsellino al quale chiesero perché fosse rimasto a Palermo, ed egli pur sapendo di essere in pericolo rispose che Palermo non gli piaceva e per questo era rimasto, per cambiarla”.
A stretto giro di posta è arrivata anche la replica dello scrittore che conferma l’accusa di populismo.”Il sindaco De Magistris – ha replicato Saviano - si rivolge a me in un lungo post su Facebook, ma come sempre non dice nulla sul merito delle questioni, è per questo che è un populista, definizione politica nella quale credo che tutto sommato si riconosca”. Nella replica Saviano rincara la dose e afferma che sotto l’attuale amministrazione il problema della criminalità si è aggravato e che il Sindaco non vuole prenderne atto. Lo spunto è nuovamente il caso di cronaca del 4 gennaio. Il sindaco, scrive Saviano, “è infastidito dalla realtà, a lui non interessa la realtà, a lui interessa l'idea, quell'idea falsa di una città in rinascita: problema non sono le vittime innocenti del fuoco della camorra, problema è che poi Saviano ne parlerà. Il contesto nel quale nascono e crescono le organizzazioni criminali, fatto di assenza delle regole e lassismo, da quando lui è sindaco non solo non è mutato, ma ha preso una piega addirittura più grottesca: ora la camorra in città è minorenne e il disagio si è esteso alle fasce anagraficamente più deboli. Ma di tutto ciò lui non ama parlare e detesta che lo facciano altri: pare che la città sia ridotta al salotto di casa sua, a polvere da nascondere sotto al divano”.
Al di là delle opinioni espresse dai due, quello che è surreale è sia il tono utilizzato per confrontarsi, sia l'estrema semplificazione dei problemi che invece sono molto più complessi di quanto si possa scrivere su un post di Facebook.