No al vincolo triennale e al blocco delle assegnazioni provvisorie al Sud. Sì alla parità di diritti tra insegnanti. Questi gli slogan dei sit in e flash mob realizzati dal movimento spontaneo dei Nastrini Rossi Docenti ieri, martedì 27 dicembre, in quattro capoluoghi del centro-sud: a Bari sotto il porticato della regione in viale Capruzzi, a Napoli in via Santa Lucia, a Palermo in pazza Indipendenza e a Pescara in piazza Salotto.
Di nuovo insieme per rivendicare il diritto ad insegnare nelle cattedre del Sud, nonostante i docenti assunti con la riforma siano stati mandati da un algoritmo impazzito (e di cui non si conoscono le procedure e neppure le graduatorie) nelle scuole del Nord a centinaia di chilometri dalla propria famiglia, dai propri alunni e dalla propria vita.
Mai più discriminazioni né giuridiche e neppure economiche tra docenti a partire dal prossimo contratto sulla mobilità. Non è più pensabile che docenti con pari diritti vengano trattati diversamente o che si ritenga di poter modificare la legge 107/2015 solo per tutelare alcune categorie di insegnanti.
I docenti dei Nastrini Rossi hanno manifestato in rappresentanza di circa 25mila professionisti con alle spalle decenni di precariato e con un’età media di oltre 40 anni, che nel mezzo delle loro carriere lavorative sono stati costretti a sconvolgere le proprie vite. I docenti assunti con la riforma sono i più danneggiati.
I Nastrini Rossi chiedono alla ministra Fedeli ed ai sindacati, che si sono incontrati oggi 28 dicembre per discutere delle nuove procedure di mobilità, che innanzitutto si rimedi ad un errore ripristinando equità e giustizia attraverso la possibilità di fare nuovamente domanda di mobilità, volontaria questa volta, e attraverso la garanzia del diritto alla domanda di assegnazione provvisoria per poter restare nelle vicinanze dei propri luoghi di residenza.Solo così potrà iniziare un’azione concreta che ponga rimedio ad una enorme ingiustizia. Non è possibile pensare che si riveda la L.107, cosiddetta Buona Scuola, senza che vengano definitivamente abolite le disparità e le differenze giuridiche oggi in atto tra lavoratori dello stesso settore.
I docenti hanno manifestato pacificamente in quattro città diverse uniti da convinzioni ed obiettivi comuni. Hanno riprodotto in luoghi pubblici le storture della riforma della Buona Scuola, prima tra tutte la disparità di trattamento che ha di fatto diviso in categorie diseguali i docenti ed ha reso quelli che voleva stabilizzare gli unici ad aver vissuto l’esperienza di un’assunzione su base nazionale e di una mobilità forzata ancora su base nazionale gettandoli in una condizione di nuova instabilità.
Con i Nastrini Rossi familiari, amici e cartelli con su scritte le sedi lontane di destinazione o frasi provocatorie di orwelliana memoria quali “Tutti i docenti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. Perché?” oltre che palloncini rossi lasciati volare liberi in cielo in segno di speranza.