Anche quest’anno il Partito Radicale ha scelto di passare il Natale all’interno delle carceri italiane da anni considerate come la prova più evidente della violazione dello stato di diritto da parte dello Stato italiano. Nonostante la scomparsa di Marco Pannella, dunque, l’impegno a favore dei diritti dei detenuti continua testimoniato anche dall’ultimo congresso del partito che si è tenuto in via straordinaria nel carcere di Rebibbia nei giorni dal 1 al 3 settembre 2016.
Nella nota diffusa il 24 dicembre, il Partito Radicale aveva comunicato che sarebbero state organizzate “visite in 29 istituti penitenziari (numerose altre si erano già tenute nel corso del mese di dicembre) per ringraziare i 20.000 detenuti che con il loro digiuno di due giorni hanno sostenuto la Marcia del 6 Novembre per l’amnistia, l’indulto e la riforma della giustizia, marcia che è stata dedicata alle due personalità che più di tutte si sono battute per il raggiungimento dell’obiettivo del rientro del nostro Paese (e non solo) nella legalità costituzionale del rispetto dei diritti umani fondamentali: Marco Pannella e Papa Francesco”.
In particolare Rita Bernardini aveva ricordato uno dei tanti problemi più urgenti che interessano il nostro sistema penitenziario ossia i detenuti ancora in attesa di giudizio. Su questo la leader radicale aveva detto che non bisogna dimenticare che l’Italia “è fuori da ogni contesto europeo per l’elevato numero di detenuti in attesa di giudizio, ben il 35% della popolazione reclusa”. La Bernardini ha, infine, ha voluto nuovamente le ragioni che portano il Partito Radicale a richiedere urgentemente un provvedimento di amnistia: “è utile ricordare che Pannella concepiva il provvedimento di Amnistia come necessario per una radicale riforma della Giustizia, giustizia tanto inefficiente quanto lenta sì da non corrispondere alle esigenze dei cittadini perfino in termini di sicurezza e di competitività economica.”
Tra le varie visite effettuate ieri, i radicali sono andati anche al penitenziario del Regina Coeli a Roma. Qui la Bernardini ha voluto portare con se anche Ilaria Cucchi che non aveva mai visitato una delle carceri dove era stato suo fratello morto il 22 ottobre 2009
Prima di entrare nell’istituto penitenziario, rispondendo alle domande dei giornalisti, Ilaria Cucchi ha detto: “in questo carcere troverò un pezzo di Stefano e per questo grazie a Rita Bernardini che mi ha dato questa opportunità di essere qui e di visitare uno dei luoghi in cui Stefano soffrì in quelle ultime ore della sua vita”. “So che sarà doloroso – ha continuato la Cucchi - ma so che sarà anche importantissimo. In fondo il Natale è anche questo. So che farà bene anche ai detenuti e alle persone che soffrono magari in quella stessa cella dove era detenuto Stefano. E sicuramente farà bene a me”.
La Cucchi ha poi voluto ricordare come la vicenda di suo fratello Stefano non sia l’unica: “Stefano era un ultimo e di ultimi come Stefano ce ne sono tanti. Si parla di Stefano Cucchi non so bene per quale ragione, ma non dobbiamo mai dimenticare, abbiamo l'obbligo di ricordarci, sempre che di Stefano Cucchi ce ne sono tanti e di tanti di loro nessuno di noi sentirà mai parlare. Ecco venire oggi qui a incontrare gli ultimi così come era ultimo Stefano per me rende il Natale ancora più vero ancora più significativo”.
Le visite nei vari istituti di pena, fanno sapere i Radicali, continueranno fino all'Epifania secondo un calendario consultabile sul profilo Fb del Partito Radicale.