Ragazzi italiani poco informati sul sesso, anche se la maggioranza è convinta di saperne abbastanza. Un disinformazione che può avere anche conseguenze sulla futura fertilità , considerando che i giovani tra i 18 e 22 anni sono poco propensi alla prevenzione, hanno stili di vita a rischio e spesso hanno problemi andrologici di cui non sono a conoscenza.
Lo rivela l'indagine presentata al Dipartimento di Medicina sperimentale dell'università La Sapienza di Roma in occasione dell'incontro sulla fertilità maschile, dedicato ai giornalisti scientifici e organizzato dall'Accademia della fertilità dell'università di Roma in collaborazione col ministero della salute. Una ricerca, legata al progetto nazionale 'Amico Andrologo' , condotta su oltre 10.000 giovani over 18 che frequentano l'ultimo anno delle scuole superiori e 4.000 di questi sono stati anche sottoposti ad una visita andrologica volontaria.
"La maggioranza dei ragazzi - spiega Andrea Lenzi, direttore della sezione di fisiopatologia medica ed endocrinologi di Roma Sapienza - pensa di essere informato ma non lo è. Rivela tante fragilità e molta ansia, quindi una continua ricerca di scorciatoie anche per vivere più facilmente la sessualità ''. E ciò spiega, continua l'esperto, "le frequenti dipendenze e l'interesse elevato per la cura del corpo, che sta divenendo un'ossessione tanto che, inaspettatamente, il 3,1% del nostro campione è risultato sotto peso. I disordini dell'apparato sessuale non sono vissuti come problemi, preoccupa di più la contraccezione, molto poco invece la prevenzione delle malattie che si trasmettono sessualmente". L'esame clinico, svolto su 3.816 ragazzi, rivela inoltre che il volume di entrambi i testicoli è inferiore a quello finale per l'adulto per il 14 % dei giovani. Il 27 % del campione ha il varicocele (il 19% in forma grave) e fimosi, anche in presenza di infezioni e lesioni cutanee irritative. "Il volume testicolare - aggiunge Lenzi - è considerato il miglior indicatore della salute andrologica ed è connesso col potenziale riproduttivo perché correlato con la produzione di spermatozoi e con i livelli ormonali, in via generale più è grande il testicolo e meglio funziona" sottolinea Andrea Lenzi. La variabilità , riscontrata, quindi "può dipendere da fattori di rischio comportamentali, tra questi l'abuso di droghe e alcol sembrano i principali determinanti. I nostri dati dimostrano per la prima volta quanto lo stile di vita errato durante l'adolescenza possa influenzare la salute riproduttiva delle future generazioni''.