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Baby squillo, femminicidio e bolle mediatiche

Quando l'emergenza non ha bisogno di essere creata perché, purtroppo, già esiste

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Le testimonianze delle due baby squillo dei Parioli a Roma (qui l’articolo) lascerebbero di stucco chiunque, anche un insetto invertebrato. Fa ribrezzo leggere come il giro di prostituzione vissuto in prima persona dalle due minorenni sia, in realtà, anch’esso frutto di un disagio psicologico, intellettuale, economico e familiare che continua a segnare le cronache di questi giorni e, oserei dire, di questi anni.
Il mutamento sociale che è alla base di questi comportamenti chiama in causa i media, chiama in causa la pubblicità; chiama quindi in causa prima di tutto noi, utenti, spesso passivi, di una comunicazione che quotidianamente ci bombarda con quell’anima del commercio che facilmente prende il sopravvento su chi è più debole. Non si tratta di colpe rivolte generalmente a questa o a quella situazione, per comodità. Ognuno di noi, come dicevano gli antichi, tra cui anche Machiavelli, è artefice del proprio destino, sta, pertanto, a noi decidere cosa è bene e cosa è male. Sta a noi riuscire ad essere e amettere nelle condizioni chi ci è vicino di fare la scelta giusta! 

Denaro per acquistare vestiti e cose griffate, denaro per essere indipendenti a 14 anni quando chi ne ha 30 spesso è ancora senza lavoro. Cosa dobbiamo aspettarci ancora? A cosa porterà questo sistema malato di vittime, carnefici e speculazione finanziaria sui corpi di donne e bambine?
Certo, se ne parla e si fa bene a parlarne. Ma come per il femminicidio sembra che il fenomeno delle baby squillo si stia ingigantendo sempre più solo per assumere le caratteristiche tipiche di una bolla mediatica, il fenomeno attraverso cui, lo ricordiamo, l’incidenza di un fatto, generalmente negativo, viene ingigantita ad hoc affinché venga percepito come emergenza.

Ecco, il femminicidio e il fenomeno delle baby squillo non credo abbiano bisogno di essere ingigantiti ulteriormente, sono già emergenze. Bene il diritto all’informazione, anzi benissimo. Bene la ricostruzione dei fatti, bene le indagini, bene tutto quanto può diffondere la conoscenza di entrambe le situazioni in oggetto, per evitarle. Male il cavalcare l’onda di queste situazioni per motive di audiens.  Valga l’informazione reale, oggettiva, concreta e pulita; valga il ri assetto della società, valga la cultura di un benessere non necessariamente legato al denaro; valgano la scuola, la famiglia e i valori. Valgano le parole per mobilitare gli animi e le menti ad un’azione che sia sempre e comunque rispettosa dell’essere umano.

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