Cresce il conto delle morti sospette, e non solo in corsia. E’ un orrore senza fine quello che si sta delineando a Saronno dopo l’arresto dell’ex vice primario anestesista Leonardo Cazzaniga e dell’infermiera Laura Taroni, sua amante, con l’accusa di aver procurato la morte di cinque persone: quattro anziani malati terminali ricoverati nel nosocomio della città del Varesotto finiti con un micidiale cocktail di farmaci chiamato “Protocollo Cazzaniga”, e il marito della donna, Massimo Guerra, convinto a curarsi per una forma di diabete inesistente con delle medicine che lo hanno debilitato nel fisico fino a farlo morire perché si opponeva alla relazione “malata” tra i due.
Gli investigatori starebbero vagliando una cinquantina di cartelle cliniche sequestrate in ospedale perché c’è il ragionevole sospetto che le persone sottoposte a quel particolare “trattamento” possano essere state molte di più. Non a caso il pubblico ministero Maria Cristina Ria, che coordina il lavoro dei carabinieri della compagnia saronnese, ha chiesto una proroga di indagini. Segno evidente che sul caso c’è bisogno di fare ancora chiarezza e che le sorprese, purtroppo in negativo, potrebbero non essere finite. Ma oltre al tristissimo capitolo dei pazienti quello che si starebbe delineando in questi giorni è anche un tragico e incredibile olocausto familiare dove Laura Taroni secondo quanto emerge dall’inchiesta, dopo la morte del marito e il decesso della madre sulla quale adesso la magistratura vuole vederci chiaro perché l’anziana donna si opponeva fortemente al rapporto della figlia con il medico, avrebbe fatto balenare l’idea insana di voler uccidere un cugino acquisito perché - secondo il punto di vista distorto dei due amanti – voleva vivere alle spalle della moglie. Per Cazzaniga e Taroni, annotano gli inquirenti nella richiesta d’arresto, l’omicidio era “un modo per risolvere tutte le situazioni con disarmante tranquillità”.
Così adesso l’infermiera potrebbe essere chiamata anche a rispondere di altri due decessi “strani”, quello del cognato caduto in un vascone dell’azienda agricola di famiglia e morto annegato: un episodio ancora al vaglio degli investigatori per capire se fu un disgraziatissimo incidente o se invece si trattò di qualche altra cosa. E quello del suocero, morto in ospedale proprio il giorno in cui la nuora era andata a fargli visita quando Cazzaniga guarda caso era di turno.
Intanto il presidio saronnese continua a rimanere nell’occhio del ciclone. Tante persone, fra medici e infermieri, sapevano della situazione e hanno coperto non denunciando ma addirittura in un caso minacciando di rivelare tutto se non si fosse proceduto con una assunzione definitiva nel nosocomio: cosa poi avvenuta attraverso un concorso ad hoc. Altre invece ci avevano provato a segnalare che qualcosa non andava nel reparto del “dottor morte” ma erano rimaste inascoltate. Oggi Cazzaniga e Taroni verranno sentiti dal Gip Luca Labianca nell’interrogatorio di garanzia e potranno chiarire la loro posizione. Cosa che, secondo Enza Mollica avvocato dell’ex primario, l’uomo sarebbe intenzionato a fare.