Fabio Savi, uno dei capi della banda della Uno Bianca, sta scontando nella casa circondariale di Uta (Cagliari) la condanna all'ergastolo da 22 anni ma adesso sta chiedendo il trasferimento ad un'altra struttura dove possa vivere in condizioni migliori e gli venga concesso una connessione internet per poter scrivere un libro.
Richiesta approvata anche dal direttore del carcere Gianfranco Pala ma dal Dipartimento amministrazione penitenziaria) non è arrivata nessuna risposta e Savi ha deciso di intraprendere lo sciopero della fame.
L'avvocato di Savi, Fortunata Copelli afferma che nel caso del suo assistito la prigione di Cagliari non ha una funzione di reinserimento -in quanto non gli viene consentito uno strumento , pc e connessione che gli permetterebbero di poter lavorare e deve stare tutto in giorno in ozio. " Sono molto arrabbiata perché sembra che il ministero voglia avere nei suoi confronti un atteggiamento di dispetto" conclude l'avvocatessa.
Rosanna Zecchi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della Banda della Uno Bianca fa sapere di non provare nessuna pietà per Fabio Savi. Secondo la Zecchi fanno bene a non non concedergli nulla, perchè è una persona crudele che ha fatto molto male e ha perso ogni diritto.
" Savi non ha avuto pietà per nessuno, ha ammazzato 24 persone, dunque che resti in carcere senza nessun privilegio. Non si è neanche mai pentito pubblicamente per l’orrore che ha causato. Siamo davvero stanchi, noi familiari delle vittime, di questi assassini che continuano ad avere pretese, non ne possiamo più. Ammazzavano senza pietà e allora, nei confronti di Savi e gli altri, perché bisognerebbe avere pietà ?" ha concluso la Zecchi.