E' nel tasso di inattività , che in Italia è di oltre 10 punti superiore alla media europea, 36,6% contro il 26,4%, che si condensano le ''tre grandi anomalie italiane che, molto più della disoccupazione, marcano la nostra distanza dagli altri paesi dell'Unione Europea''. Si tratta di 'anomalie' che riguardano giovani, donne e pensionati, secondo quanto scrivono gli economisti di Lavoce.info in un articolo incentrato sulla disoccupazione.
Gli 'inattivi' sono le persone che non lavorano e non cercano lavoro (in età lavorativa, 15-64 anni). In Italia sono i giovani, ''che rimangono a lungo, molto più a lungo che negli altri paesi, nel sistema educativo o ai margini di questo prima di mettersi alla ricerca di un impiego ed entrare formalmente nel mercato del lavoro. I pensionati di età inferiore ai 64 anni, che sono ancora molti in Italia, molti di più che negli altri paesi, a causa di tanti scellerati interventi che per molto tempo hanno facilitato e incoraggiato il pensionamento anticipato. Infine ci sono le donne, di tutte le età , che spesso per motivi culturali, spesso per necessità di cura dei figli e assistenza degli anziani decidono o sono costrette a non lavorare'', si legge nell'articolo di Lavoce.info.
Sarebbe illusorio aspettarsi che queste anomalie si possano risolvere in tempi rapidi e tuttavia è altrettanto importante riconoscere che esse sono in gran parte il risultato di politiche pubbliche sbagliate e che cambiare tali politiche è condizione necessaria alla loro soluzione'', concludono gli economisti.
Secondo i dati Istat relativi alle "forze lavoro potenziali" sono oltre 6 milioni le persone che non lavorano ma vorrebbero farlo: 3,07 milioni di disoccupati e 2,99 milioni tra 'scoraggiati' o persone che vorrebbero avere un'occupazione ma non la cercano per motivi di famiglia o per altri motivi. I disoccupati sono persone che "hanno cercato attivamente lavoro nelle ultime quattro settimane e sono disponibili a lavorare immediatamente. Poi c'è una fascia intermedia che vorrebbe lavorare ma non cerca attivamente lavoro: molti perché scoraggiata (1,3 milioni circa)''. Tutto questo segmento di persone è pari a 2,99 milioni.