Lo hanno definito il Presidente dell’orgoglio ritrovato per aver rivitalizzato l’inno nazionale e il tricolore in un momento in cui né il primo e neppure il secondo erano molto popolari tra gli italiani. Uno dei suoi interventi più significativi lo aveva però riservato ai giovani nel dicembre 2004 durante il suo penultimo messaggio di fine anno. "So quanto amate l'ambiente – aveva detto - quanto vi adoperate per salvaguardarlo. Cercate di vivere in armonia con i ritmi della natura. Fa bene. Ci si sente più forti, si può dare il meglio di noi stessi. Provate qualche volta ad alzarvi all'alba, a vivere il miracolo quotidiano del risveglio della natura".
Carlo Azeglio Ciampi, spentosi a 95 anni nella clinica Pio XI di Roma dove era ricoverato da qualche giorno a seguito dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute, è stato una figura fortemente significativa, di grande severità e spessore morale nella storia recente d’Italia. Era nato a Livorno il 20 dicembre del 1920 e dopo gli studi dai gesuiti si era laureato in lettere alla Normale di Pisa. Qui aveva conseguito una seconda laurea in giurisprudenza. Nel 1946 era entrato come funzionario “avventizio” nella Banca d'Italia e la sua prima mansione – come ricordò Ignazio Visco in una giornata di studio dedicata alla figura dell'ex governatore - era di protocollare la posta in entrata e ricopiare tutta quella in uscita. Nell'istituto di via Nazionale aveva poi salito tutti i gradini della scala gerarchica fino a diventarne governatore, carica che mantenne per quattordici anni consecutivi fino al 1993. Da questa data in avanti inizia la sua seconda vita, quella politica, che si incrocia con uno dei periodi più bui per il Nostro Paese sconquassato dal ciclone Tangentopoli, dalla crisi economica galoppante con la lira deprezzata fino al 20% del suo valore e dalla stagione delle bombe stragiste in via dei Georgofili e Firenze, in via Palestro a Milano e a San Giovanni a Roma.
L’allora Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro vede in lui l’uomo adatto a dirigere una difficile transizione che coincide anche con un nuovo sistema elettorale basato sul maggioritario e gli affida la responsabilità di formare il primo governo tecnico nella storia della Repubblica italiana guidato da un non parlamentare. Ciampi rimase in carica per 377 giorni. Gli interventi più significativi riguardarono sul piano economico la lotta all'inflazione, attraverso l'accordo governo-sindacati del luglio 1993 che pose fine ad ogni meccanismo di indicizzazione e individuò nel tasso di inflazione programmata il parametro di riferimento per i rinnovi contrattuali. Ma si diede avvio anche alla privatizzazione di numerose imprese pubbliche e alla realizzazione delle prime dismissioni tra cui il Credito italiano, la Banca commerciale italiana e l'IMI. Dopo la fine del suo esecutivo fu ministro del Tesoro in altri due governi, quello guidato da Romano Prodi nel 1996 e quello di Massimo D'Alema. Il 13 maggio del 1999 fu eletto Presidente della Repubblica, con un consenso vastissimo: lo stesso consenso che avrà sempre fra gli italiani diventando uno dei presidenti più amati. Ciampi andava particolarmente fiero di aver visitato tutte le province d’Italia durante il suo mandato. L’ultima era stata la sua amatissima Livorno.