È stato presentato ieri 12 settembre al Governo, nella persona del viceministro ai trasporti Riccardo Nencini, il progetto del seggiolino salvabebè, già brevettato e ideato da tre anni da un gruppo di studenti dell’Istituto Tecnico Fermi di Bibbiena in provincia di Arezzo. Un progetto denominato inizialmente "Ricordati di me" che vuole scongiurare le tragedie dovute alla dimenticanza di bimbi in auto e che avverte il papà e la mamma se il bimbo è rimasto chiuso da solo nella vettura.
Il seggiolino ‘salva bebè’ non è ancora in produzione e il progetto è stata rivalutato dopo la tragedia che ha visto la morte di Gaia, la bambina di Vada rimasta chiusa in auto per quattro ore, dimenticata dalla madre che era andata al lavoro.
L’assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli in una nota aveva scritto al ministro Graziano Delrio ed al viceministro Nencini per segnalare al Governo l’esistenza del dispositivo.
Nella giornata di ieri l’incontro tra l’Istituto Fermi di Bibbiena, e il governo è avvenuto a Firenze, dove il viceministro Nencini e l’assessore Ceccarelli hanno studiato bene il meccanismo il suo funzionamento e le sue possibili applicazioni.
Nencini ha infine dichiarato «l’idea è interessante, perché coglie un nervo scoperto: ogni anno si verificano uno o due episodi di questo genere solo in Italia, molti di più se guardiamo anche all’estero. Prevediamo di discutere questo problema nel prossimo codice della strada, che a giorni tornerà in revisione al Senato e conterrà una norma che riguarderà i seggiolini auto chiedendo che abbiano caratteristiche di sicurezza ana-loghe a queste».
L’assessore Ceccarelli reputa l’incontro «mportante, soprattuto in vista della revisione del codice della strada, nel quale non è escluso sarà prevista l’introduzione di dispositivi come quello presentato dagli studenti dell’Istituto Fermi di Bibbiena .