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Il Fertily Day non è piaciuto

Gli slogan pro fertilità della Lorenzin non hanno incontrato il favore del pubblico

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Valanga di critiche e di rivisitazioni ironiche sui social per la campagna fertilità indetta dal ministro dalla Salute Beatrice Lorenzin, con cartelloni che mostrano una donna con in mano una clessidra e  la scritta: 'Sbrigati, non aspettare la cicogna' o 'La fertilità è un bene comune'.
Slogan che secondo molti colpevolizza che le donne non hanno fatto figli, sulla stampo della retorica fascista e si intromette in una sfera estremamente delicata e privata.

Anche Saviano scende nell'arena e chiosa: "In un Paese con il tasso di disoccupazione come quello italiano, dove chi ha talento, ambizioni e speranze emigra , dove chi non ha la solidità economica di un famiglia che possa garantire studi e accesso alla professione, lascia il Paese, sembra una presa in giro".

L’autore di Gommorra prosegue dando voce a un vasto pubblico che la pensa come lui "Se vuoi creare una società che scommette sul futuro e fa figli devi creare le condizioni strutturali: gli asili nido, la conciliazione col lavoro. Le persone fanno figli se possono finalmente avere un lavoro a tempo indeterminato, investire su un mutuo, avere l'asilo nido sotto casa. Questa è la vera campagna. Non conosco nessuno dei miei amici che fa un figlio perchè vede un cartellone pubblicitario. Conosco quelli che mi dicono 'Come faccio se non ho i nonni, se sono precario...".

Matteo Renzi, a proposito della campagna afferma dai microfoni di Rtl 102,5: "Non sapevo niente di questa campagna, non l'ho neanche vista. Avevamo problemi più importanti da seguire La questione demografica "esiste ma vanno create le condizioni perché ciascuno possa scegliere come e quando fare figli. Abbiamo fatto anche interventi fiscali, ma servono le condizioni strutturali. Litigare su una campagna di comunicazione, non credo sia un tema", ha concluso sul punto Renzi.
 

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