92.
Per il “lotto degli affari italiani” è l’anno di Tangentopoli ma, da qualche giorno, anche il numero delle associazioni criminali e mafiose operanti in territorio laziale dall’inizio del 2016. Nel 2015 erano 88.
È quanto calcolato dall’Osservatorio per la sicurezza e la legalità della regione Lazio, in un rapporto redatto con la preziosa collaborazione di Libera, l’associazione di don Luigi Ciotti che, dal 1995, si occupa di sensibilizzazione contro le mafie e combatte i suoi soprusi.
Di esse, si legge nel resoconto-censimento, almeno 70 operano a Roma e nella sua area metropolitana. Si tratta, per la maggior parte, di gruppi legati alle tre principali organizzazioni malavitose di origine meridionale, quindi ‘ndrangheta (la società degli uomini retti e inflessibili), mafia (società dei potenti millantatori) e camorra (società dei padroni del gioco d’azzardo).
Tali gruppi collaborano tra loro oppure sono attivi in sinergia con la malavita romana, e si inseriscono nella rete di corruzione e degrado legalitario che caratterizza (come è ormai emerso da più parti e da circa un decennio) la realtà socio-economica laziale.
Le attività gestite rientrano, naturalmente, nella gamma di quelle classiche che costituiscono il “portafoglio” della mala-triade italica: narcotraffico (ciò che da sempre dà respiro internazionale alla malavita organizzata di casa nostra), estorsioni, usura (le pratiche di più antica tradizione) e riciclaggio di denaro.